04 marzo 2006

ASINI ECOLOGISTI. Meglio sbranati dai cani che attori da circo

Erano asini politicamente corretti, e hanno fatto una brutta fine. Sulle ottusità ideologiche dei finti ecologisti e animalisti sinistresi, che riescono a farsi votare perfino da giovani e vecchine di destra amanti di cani e gatti, blateriamo da decenni, cioè da quando i sedicenti Verdi si costituirono in associazione proprio nella nostra sede della Lega Naturista (primi anni 80), nella romana via Magenta. Avevamo capito subito vedendoli arrivare di che pasta erano fatti i primi infiltrati politici che fondarono il movimento, e che mai avevamo visto prima dedicarsi all’ambiente, ma solo ai consueti temi politici dell’ultra-sinistra.
Da allora andiamo raccogliendo faldoni di castronerie finto-ecologiste che sfidano quelli del Palazzo di Giustizia. L’ultimo episodio, minore ma simbolicamente perfetto, è accaduto a Roma, dove sono strenuamente convinti che l’uso degli animali nei circhi sia da vietare rigorosamente e in ogni caso solo Sindaco, Giunta e Assessora agli animali – in senso stretto, s’intende, se no dovrebbe occuparsi innanzitutto della Giunta – cioè la signora Cirinnà, che ha come unico titolo quello di "possedere" molti cani, contro il loro diritto di libertà.
Noi, dall’alto del nostro vegetarismo di lungo corso e animalismo della prima ora (I referendum anti-caccia), non ne siamo troppo convinti. Certamente diciamo no ai maltrattamenti, ma sì all’impiego umano e moderato negli spettacoli. Altrimenti per coerenza bisognerebbe proibire anche l’addestramento familiare dei cani, che per loro è gioco e benefica attività fisica. Senza contare il valore culturale antropologico del circo. D’accordo che allevamento, addestramento e lavoro nel circo sono in alcuni casi occasioni di sofferenze e maltrattamenti per gli animali. In questi casi bisogna reprimere. Ma vietare tutti i circhi con animali a Roma, e solo a Roma, è una sciocchezza. Perché, allora, non proibire la detenzione di tutti gli animali in casa, dove spesso sono sottoposti a stress e regimi di vita innaturali e insani, se non violenti? Ma la misura sarebbe impopolare, specialmente tra gli animalisti, a cui piace egoisticamente "detenere" ogni specie di bestie, dal gatto all'alligatore, dal furetto alla scimmia. Contro la natura stessa, l'istinto, degli animali, che amano la libertà come e più degli uomini.
Dopo il Circo Togni, il Circo Fantasy è stato preso di mira dal Comune, che invece è indifferente alle buche sulle strade, al traffico caotico, al disservizio dei mezzi pubblici e all’inquinamento. Gli hanno sequestrato gli animali, perché tenuti non a norma. Ebbene, dove li hanno messi? In "sequestro giudiziario" in stretti containers. Ma non stavano meglio al circo? E quello che è più triste, è che due asini (asini veri, non assessori) sottratti allo "sfruttamento" – il linguaggio è ormai di tipo sindacale-marxista – sono stati affidati a un privato della Magliana che ieri li ha trovati sbranati dai cani randagi. Destino degli asini di sinistra: attori da circo no, sbranati dai cani sì.
Sembra che a ridosso del quartiere residenziale dell’Eur, in piena Roma, vaghino branchi di cani randagi fino a 100 esemplari, come ha denunciato Ilaria Ferri, direttrice di Animalisti italiani. E, a proposito – ha incalzato - che fa l’assessora, amante di bei cani lussuosi e curati, per risolvere il problema del randagismo, davvero grave per uomini e animali da cortile? Nulla, solo politica del "far vedere", dell’immagine. Per carità, un vizio di tutti i politici italiani, di destra e sinistra, e bisogna ammettere che neanche quelli di sinistra sono bravi a non farsi scoprire a bluffare in questa forma di "teatro politico". Solo loro i veri asini, senza offendere i cari quadrupedi.
E meno male che Romolo non sapeva di fare qualcosa che sarebbe stato illegale per il Comune di Roma, quando dietro al bue con l’aratro andava solcando il perimetro della prima città. Altrimenti, per non pagare la multa, era capace di non fondarla più. Meglio così, non avremmo avuto la Cirinnà, Veltroni e neanche Rutelli. Uno di quelli, appunto, che quel giorno, nei primi anni 80, vedemmo arrivare bel bello a via Magenta, a "fondare", lui che fino a quel momento aveva fatto solo anti-militarismo, il movimento dei Verdi. Asini verdi, of course.