03 aprile 2006

FURBI ALL'ITALIANA. Il mostro di Punta Perotti e i "limiti" liberali

Era ora che in Italia, l'Italia dei condoni e delle sanatorie, si distruggesse un enorme complesso edilizio brutto e sfacciatamente abusivo. L'orribile e illegale palazzone-mostro di Punta Perotti, sul lungomare di Bari, costruito dieci anni fa a pochi metri dal mare, aveva deturpato in modo grossolano il panorama barese. Finalmente, è stato in gran parte abbattuto con cariche di esplosivo, e alla fine del mese sarà definitivamente ridotto in macerie. Evviva.
Bisognava non solo eseguire una sentenza della Cassazione, ma anche dare un esempio positivo ai cittadini, frastornati da ordinanze, leggi e sentenze contradditorie di sindaci, provincie, regioni, Tar, Consigli di Stato, Tribunali, e così via, tanto da non saper più distinguere il diritto dalla prepotenza, la furbizia di pochi e i diritti - cioè le libertà - di tutti.
Per questo, come liberali e come ambientalisti, esprimiamo tutto il nostro consenso all'abbattimento. Anzi, bisognerebbe distruggere anche tutto il brutto e abusivo (o ex-abusivo) che rovina la ex Bella Italia. Peccato soltanto che abbattere oggi costi quasi come costruire. L'Italia ha solo l'Arte e il Paesaggio come patrimonio nazionale. E la bellezza della natura o l'armonia dell'ambiente, anche urbano, sono diritti e libertà di tutti. Dopotutto la "visuale" o "l'affaccio", a livello privatistico erano tutelati perfino dai codici dell'Ottocento. Ma oggi, con l'aggravarsi dell'urbanizzazione, chi attenta a questi due ineguagliabili primati italiani, Arte e Paesaggio, deve essere severamente punito. Gli enti locali, i giudici, lo Stato, se non capiscono questo sono ottusi e inadeguati al loro compito. Anche nei paesi anglosassoni, se non ci fossero controlli e i giuidici non avessero buon senso, i furbi e prepotenti farebbero come in Italia. L'uomo è quello che è. La differenza è che lì esiste il controllo sociale (i cittadini cercano di convincere, protestano e magari denunciano), i controlli sono severi, le pene certe e inesorabili. Da noi - il che dimostra che è un malcostume radicato - se in un gruppo di amici uno getta un bicchiere di plastica o un pacchetto di sigarette sulla strada, gli altri non si azzardano a dirgli nulla
E poi, sul piano delle libertà, chi si prende una libertà tutta per sé, cioè il prepotente, non solo non è "liberale", ma è proprio il suo opposto: un fascista o un comunista (tanto per fare esempi icastici). Il codice fondamentale del liberalismo non dice, infatti, che ognuno può fare tutto quello che vuole - che è anarchia, cioè violenza di pochi ai danni di molti - ma che "se ognuno limita un poco l'ampiezza delle proprie libertà, cioè i diritti, tutti avranno tutte le libertà". Che è un'invenzione semplice ma geniale di noi liberali. Un'invenzione che ha cambiato faccia al mondo occidentale e all'uomo. Si discute soltanto di quanto ogni libertà vada ridotta. I liberali classici dicono "il meno possibile", i liberali di sinistra dicono "abbastanza". Ad ogni modo, qualunque sia il costo giuridico e psicologico di questi limiti, sempre modesto, solo col liberalismo una società ha la somma massima di libertà possibili.