11 luglio 2006

AMICI DELLA TERRA: inquina di più un inceneritore o una discarica abusiva?

L'appello che Rosa Filippini, degli Amici della terra, ha inviato tramite l'agenzia Notizie Radicali al ministro dell'ambiente e agli ecologisti è capace di scuotere, forse, i cuori dei politici - se ne hanno ancora uno - ma non di stimolare i loro cervelli. Sarebbe stato meglio scriverlo in modo più documentato e razionale, e non così populisticamente emotivo. Dopotutto, se si lamenta l'irrazionalità dei Verdi, si deve poi essere in grado di argomentare in modo più razionale.
E invece, qual è il fatto che ha fatto traboccare il bicchiere della Margareth Thathcher dell'ambientalismo italiano? Il sito archeologico? Conoscendo un poco la Filippini, non credo. Che sia accaduto in Puglia, o comunque al Sud? Neanche. Tutt'al più serve come artificio retorico nel più puro stile "politichese", variante meridionalistica. E allora?
L'opzione di fondo è l'interpretazione industrialista e tecnocratica del fenomeno ecologico, rifiuti compresi. Da liberale, nulla in contrario, anche se si è scoperto che grandi impianti e interventi di scala mal si conciliano con le diversità e disomogeneità tipiche dei problemi dell'ambiente. Purché non si arrivi, voglio dire, a deturpare in modo irreparabile il territorio, come è accaduto con le torri eoliche, di per se "pulite".
Ma il problema vero è un altro. Qual è il vero confronto di previsioni, cifre, costi, vantaggi, rischi? Quale la presenza prevista, quale il ruolo epidemiololgico delle particelle o polveri sottili PM 10 e oltre? Un'opzione così delicata, quella dell'iimpatto ambientale tra discariche a cielo aperto e termovalorizzatori, avrebbe meritato qualche argomentazione in più, che so, almeno qualche link o rimando a studi tecnologici e scientifici accurati. Ci torneremo sù, perché l'argomento ci interessa, e da ecologisti razionali ci piace sentire anche l'altra campana. Per esempio, Stefano Montanari e Marcella Lorenti, che invece stanno lottando contro un inceneritore programmato in Maremma. (Nico Valerio)
.
La notizia che una nuova discarica d'emergenza in Puglia è stata localizzata in un sito archeologico di grande interesse rappresenta un fatto politico oltre che una storia di ordinaria arretratezza del nostro Mezzogiorno.
Non intendiamo speculare sull'ennesimo scandalo e sui suoi risvolti, anche penali, ma vorremmo che l'episodio non fosse ignorato e costituisse invece l'occasione per riconoscere un fatto: la demonizzazione dell'incenerimento con recupero di energia perseguita dagli ambientalisti, dai verdi e dai partiti di sinistra ha come risultato quello di favorire l'apertura di nuove discariche o l'invio all'estero dei rifiuti; vale a dire, le peggiori soluzioni che una classe politica che si dichiara eticamente e ambientalmente sensibile possa augurarsi.
Sono passati dodici anni dalla prima volta che gli Amici della Terra hanno apertamente sostenuto la tesi che i veti agli inceneritori non aiutano l'ambiente ma peggiorano le condizioni dell'emergenza e ritardano gli obiettivi di sostenibilità del settore dei rifiuti. L'esperienza, la cronaca quotidiana, le statistiche di tutta Europa ci danno inequivocabilmente ragione.
Non si tratta di costruire inceneritori ovunque, ma di dotare il Mezzogiorno degli impianti necessari per evitare nuove discariche, consentendo che una gestione integrata, così come avviene nel nord del nostro paese, riequilibri il sistema, aiuti a superare il regime di commissariamento straordinario ed eviti nuove emergenze.
Caro Ministro, caro Governatore, cari amici ambientalisti del centro sinistra, tutto ciò può essere fatto a partire da parole chiare che, ora che siete al governo o in posizioni di grande influenza sugli esecutivi, avete la possibilità di dire dissipando le troppe ambiguità che hanno caratterizzato la politica ambientalista di questi anni e condizionato le posizioni dei partiti.
ROSA FILIPPINI
Presidente degli Amici della Terra