25 aprile 2007

FOTO. Quella ragazza israeliana, da sola contro tanti poliziotti

Il fotografo Oded Balilty che era lì davanti non ha creduto al proprio obiettivo, ma ha avuto la prontezza di spirito di scattare lo stesso. Ha fatto bene, perché con questa foto (v. a lato) ha vinto l'ambitissimo Premio Pulitzer per il foto reportage. Un'immagine che da sola vale un articolo di fondo, e più d'un commento.
Certo, la fotografia, come la cronaca, può trarre in inganno, dare un'interpretazione parziale, perché "piatta", della realtà. Tanto per dirne una, manca il fattore tempo. Non sappiamo quanto - minuti, secondi? - la combattiva ragazza israeliana, la sedicenne Nili, abbia resistito davanti al plotone di poliziotti armati fino ai denti della sicurezza israeliana che accorrono (saranno una trentina?) per stroncare le ultime resistenze dei coloni che, d'ordine dal primo ministro Olmert, si sono visti distruggere da un giorno all'altro le loro case.
Israeliani contro istraeliani, ebrei contro ebrei. Ma il dramma d'un popolo, d'un grande popolo, è anche qui, in un premier che "deve", costi quel che costi, ordinare lo sgombero degli insediamenti abusivi per dare all'esterno un gesto pacificatore, di buona volontà, e i coloni, rappresentati plasticamente dalla giovane ragazza ultrà (e anche...forzuta), che "deve", assolutamente deve, opporsi alla distruzione, ancora una volta, della propria storia, del proprio passato.
Certo, la foto è illusione, ma se è per questo è illusione anche la realtà, a dar retta ai filosofi, presocratici e non solo. Ed è tale la sproporzione delle forze che si contrappongono nella foto che bisogna sospettare una miracolosa inversione di vuoti e di pieni. Davvero, come ha sostenuto poi Nili in un'intervista, sembra che dietro il debole plotone armato ci sia solo un'uomo, il Primo Ministro, e dietro la forte ragazza ci sia tutto il popolo israeliano
Politicamente Neli avrà pure torto, ma fotograficamente ha ragione da vendere.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Grazie, Nico, a nome di tanti ebrei che hanno visto nello sgombero degli insediamenti un dramma, cioè una ragione dolorosa.

28 aprile 2007 alle ore 11:59  

Posta un commento

<< Home