15 aprile 2007

PALINDROMI. Dall’inizio o dalla fine? Strano, ma il significato è lo stesso.

L'enigmistica ha un fascino antico e insolito che colpisce. Specialmente rebus, sciarade e anagrammi piacciono a chi, come me, è attento alle parole e appassionato di ogni esercizio, abilità o gioco che abbia a che fare con le parole.
      Tempo fa composi una poesia-ritratto della scrittrice Grazia Lago i cui versi, tutti concatenati tra loro con un filo logico, erano però stati originati da alcuni anagrammi casuali del suo nome. In tempi, si badi, in cui non esistevano i computer, che oggi hanno addirittura programmi appositi che forniscono centinaia di anagrammi, peraltro spesso deludenti o insignificanti.
      Ricordo che quel nome non mi portava gran ché: ottenevo, col puro esercizio mentale, per prove ed errori, solo anagrammi balzani o senza senso. Finché mi venne una folgorazione che mi permise di dare un certo senso al tutto: decisi che l'incastro potesse essere così acrobatico da prevedere che un anagramma valicasse il limite del verso, occupandone magari due. Così anagrammi senza senso acquistavano qualche significato. Ma era davvero una "scrittura automatica" dettata dal caso, che io cercavo in qualche modo di regolare. Il curioso (e inquietante, secondo l'amica scrittrice, che crede a questo genere di coincidenze misteriose ed esoteriche) è che in una poesia così casuale il ritratto che ne è scaturito ha pienamente soddisfatto la Lago, che ritiene i versi generati dagli anagrammi veritieri e addirittura dei vaticini... Bah, io non credo a queste cose, ovviamente, e più sensatamente parlo di coincidenze inquietanti, suggestioni, casualità, emotività esasperata. Anche se sono ossessionato dalle inquietanti coincidenze.
      Da adolescente mi esercitavo sulla "Settimana Enigmistica", che a me sembrava la più seria pubblicazione periodica del settore, anche se troppo spazio vi è concesso alle parole crociate facili, a giochini e passatempi banali. Ma, anche limitandosi alle parole crociate senza schema, ai rebus, alle sciarade e agli anagrammi, cioè alla parte più nobilmente enigmistica, il settimanale il suo ruolo d'intelligente stimolatore dell'intuito verbale e spaziale lo svolge egregiamente.
      Ma la "Settimana Enigmistica" mi deluse da adulto, invece, quando volendo collaborare con mie composizioni, e volendo passare da lettore ad autore, ottenni un rifiuto malamente motivato ("Abbiamo delle ferree regole metriche"). Ancor oggi, a distanza di anni, visto il livello elementare delle composizioni che leggo, ritengo più che pubblicabili quegli indovinelli e sciarade, rimandatemi indietro perché - incredibile a dirsi - nascondevano, come mi scrisse il direttore, "qualche piccolo errore di metrica". Ho un buon senso del ritmo musicale e avevo fatto di tutto perché ad orecchio le sillabe dei versi fossero ben bilanciate. Ma non immaginavo che i redattori della “Settimana Enigmistica" fossero convinti di fare... poesia. E poesia anche provincialotta e retrò, con tanto di rime baciate o alternate. Giudicate voi se le mie prime composizioni enigmistiche erano o no all'altezza delle tante, alcune mediocri e banali, che si leggono sulla "Settimana".
      Oggi sono stato colpito navigando su internet da un aspetto poco noto dell'enigmistica: le parole e le frasi palindrome, sottospecie particolare delle bifronti, che cioè conservano le medesime lettere e nel medesimo ordine sia leggendole dall'inizio, sia dalla fine. Anche Roma è bifronte, cioè si può leggere al contrario, ma così ha un altro significato: Amor. Le parole e le frasi palindrome invece sono "a specchio", vale a dire hanno la medesima sequenza da una parte e dall'altra. La cosa impressionava molto gli Antichi.
sator      Tra le più famose frasi palindrome dell’Antichità romana è spessissimo ricordata la misteriosa SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, letteralmente: “Il seminatore Arepone guida con fatica le ruote [del suo aratro]”, frase secondo me senza senso, del tutto casuale (certo, se accettiamo che uno si possa o si potesse chiamare Arepone… allora ogni gioco di parole è possibile), ma in cui migliaia di cultori di enigmistica e scienze occulte del passato si sono sforzati di cogliere molti significati misteriosi, sedotti dal modo schematico e razionale in cui le lettere sono disposte in quadrato: quello bidirezionale. Ogni parola della tavola divisa in 25 quadri è palindroma, cioè ha un significato anche letta al contrario. Ebbene gli Antichi, saranno stati dei semplicioni, però vedevano in questa piccola raccolta di casualità chissà che di magico o miracoloso o ingegnoso. 
      In quanto alle singole parole, poi, quelle di per sé palindrome sono numerose, specie in italiano, lingua vocalica per eccellenza: oro, afa, ara, inni, ossesso, anilina, ottetto, Anna, radar, aia, ingegni, onorarono, ama ecc.
      Per le intere frasi palindrome, invece, bisogna che il significato sia evidente, in modo corretto, senza salti logici o trucchi. Invece noto che molte sono tirate per i capelli e scorrette o dei non-sense, e quindi andrebbero squalificate: i palindromi veri, geniali, sono quelli chiari, evidenti, di buon italiano. Ave Eva, Anima di damìna, Amo Roma, Etna gigante, Attici di città, E’ nome di dèmone. Frasi palindrome perfette.
      Sul sito Polymath, curato da matematici estroversi del Politecnico di Torino, un intero settore è dedicato ai palindromi, con esempi di tutti i tipi, da quelli basati solo sulle parole singole alle frasi intere, dalla pittura (ma sì, il Narciso che si specchia nell’acqua d’uno stagno non è forse un palindromo?) alla musica e al cinema. Da queste pagine e da altre fonti traggo un florilegio di frasi palindrome, alcune davvero non-sense e umoristiche:

Amo Roma
Ai lati d’Italia
A Roma si disamora
Etna gigante
Avida diva
Eco, vana voce
Attici di città
Era pacifica, pare
I brevi diverbi
A me dai diadema
I tre sedili deserti
Eran i mesi di seminare
A ritroso sortirà
Occorre portar aratro per Rocco
O mordo tua nuora, o aro un autodromo
I topi non avevano nipoti
Essa t’evita le relative tasse
E’ mala sorte, ti carbonizziamo braci, tetro salame
Accavalla denari, tirane dalla vacca 
Eran i modi di dominare
Ora dieci lire per i licei darò
E con lievi viti vive il noce
E’ ritrosa a sortire
Erano, sai, sei a Iesi a sonare
Occorre pepe per Rocco
Allor a fette farolla
Annodai mia donna
E ci darà la radice
Adenoidi: Dio ne dà
Anima di damina
E’ nome di demone
Parlo col rap
M’ami, o imam? 
Ave, Eva

      In inglese, se non sbaglio, i palindromi non devono essere né facili né frequenti. Registro intanto questi due facili:
Madam, I'm Adam [Signora, sono Adamo]
Race car [Gara di automobili]

      In francese:
Esope reste ici et se repose [Esopo resta qui e si riposa]
Un drôle de lord nu [Un buffo Lord nudo]
      Vogliamo provare, cari amici, a creare (cercare) nuove parole o frasi palindrome?

AGGIORNATO L'11 SETTEMBRE 2016

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14 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Non ho capito se per noi moderni i palindromi hanno un significato speciale, come per gli antichi (che li consideravano un segno del destino o un rafforzativo). Però vedo che anche noi moderni razionalisti ne siamo affascinati. Perché?
Complimenti per la poesia alla Lago, davvero acrobatica, piena di soluzioni brillanti. E come lettore della Settimana Enigmistica da oltre 10 anni mi meraviglio che i giochi proposti non sono stati accettati: hanno proprio lo stesso stile della SE, e anche la stessa metrica.

18 aprile 2007 alle ore 11:00  
Anonymous Anonimo said...

Molto interessante. Mi si è aperto un mondo. Grazie

23 aprile 2007 alle ore 17:08  
Anonymous Anonimo said...

ti si è aperto un mondo

29 febbraio 2008 alle ore 18:04  
Anonymous Anonimo said...

Good words.

10 novembre 2008 alle ore 13:11  
Anonymous Anonimo said...

non saranno granchè ma io ho scritto questi:
- e vitto nelle notti v'è
- allor cessa, l'asse crolla
- avere panna per Eva
- Era dado da dare

2 gennaio 2009 alle ore 17:06  
Blogger Unknown said...

alla bisogna tango si balla

20 febbraio 2009 alle ore 18:47  
Blogger egnifs said...

Ciao a tutti! Ho finito di scrivere un libro sugli INDOVINELLI ENIGMISTICI a cui lavoravo da tempo...
Non è soltanto una raccolta antologica di indovinelli enigmistici. È una riflessione su come si creano, su quali strategie si possono adottare per risolverli, sulle analogie con la matematica, la fisica, le immagini e meccanismi di psicologia cognitiva. Il tutto arricchito di esempi, curiosità, sfide risolutive e celebri indovinelli tratti dalla letteratura e dal cinema.

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=292830

29 luglio 2009 alle ore 14:30  
Anonymous Anonimo said...

Ti lascio una frase palindroma che ho creato per una ragazza:

Oro, degna la fata,ma l'arpa amata suona mal ed Elisa si lede la mano usata, ma apra la'mata falange d'oro

Alberto

20 agosto 2009 alle ore 16:51  
Blogger Nico Valerio said...

Alberto, non ti meravigliare se la povera ragazza scapperà inorridita...:-) Comunque complimenti per la lunghezza della frase.

20 agosto 2009 alle ore 17:36  
Anonymous Anonimo said...

good start

3 novembre 2009 alle ore 05:14  
Anonymous Anonimo said...

leggere l'intero blog, pretty good

3 novembre 2009 alle ore 05:21  
Blogger genitoriGiuliaRosella said...

In girum imus nocte et consumimur igni (giriamo di notte e siamo consumati dal fuoco)

24 gennaio 2012 alle ore 09:56  
Anonymous Anonimo said...

E' l'ora per amare parole ;)

6 febbraio 2014 alle ore 11:33  
Blogger Unknown said...

Ho scritto un thriller esoterico dal titolo "Aibofobia" che tratta proprio di palindromi.
http://www.casadeisognatori.com/aibofobia/

11 settembre 2016 alle ore 16:33  

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