02 giugno 2008

LOVE. L’orgoglio dei "Lovers", noi etici, ma sani, lacto-ovo-vegetarians

"VEGETARIAN IS BETTER: ETHIC AND HEALTHY" (Anonimo).
Ma sì, "Vegetariano è meglio: etico e anche salutare". Per festeggiare il mio 2 giugno, data di nascita "molto ben scelta" – ha detto qualcuno – ho deciso di fare un piccolo regalo a me e agli amici vegetariani creando un appariscente simbolo grafico (v. nel colonnino in basso e il nuovo sito blog dedicato), che una volta tanto denoti il vegetarismo in positivo, con orgoglio, vitalità e allegria.
Ma sì, basta con le accuse sanguinose, mi sono detto nel mio giorno di festa. Niente più negatività. Altrimenti, a forza di maledire gli altri che mangiano carne, visti come "diversi" (ma i diversi non eravamo noi?), lanciando rimproveri e denunce, mostrando rivoli di sangue in foto, blog, video, manifesti e cortei – l’ultimo, quello del Veggie Pride di Roma, mal riuscito anche per questa assurda recriminazione – finiremo per sporcarci il grembiule come macellai e di ammalarci di cattive vibrazioni.
Che simbolo scegliere? Avevo pensato a un ravanello. Ma poi, niente insalata, mi sono detto: sarebbe come "parlare di corde in casa dell'impiccato", cioè offrire un argomento di sfottò ai nostri finti amici: "Che mangiate ogni giorno, insalata? Poverini". Non sanno, gli scemi, che "anche loro" dovrebbero consumare, secondo i Consensus internazionali di oncologia e cardiologia, almeno 6 porzioni tra verdure e frutta ogni giorno. Così imparano a fare gli spiritosi.
No, ci metto un simbolo più definito e tondeggiante, quindi meglio accetto psicologicamente, d’un colore forte che smentisca l’atonia, la debolezza, la perenne paura vegetariana. Un simbolo rosso, forte e vincente. Il pomodoro? Certo, sarebbe perfetto, visto che è molto più ricco di antiossidanti della mela e che il suo consumo è più facile, più completo (neanche il torsolo si butta), più abbondante (tra salse, insalate e salsa ketchup di cibo "tomato-equivalente" se ne può mangiare a mezzi chili), più resistente al calore (il doppio concentrato è un concentrato di licopene), più economico (il frutto meno costoso esistente) e più universale della mela.
Ma il pomodoro nel mio blog già c’era: è il simbolo dei miei Corsi, così ho scelto la mela rossa. Banale? No, perché è vistosa e usata solo come lavagna per scriverci sopra l’acronimo fantasioso che è davvero la cosa nuova della faccenda: LOVE. Ma sì, le iniziali di "Lacto-ovo-vegetarian", la definizione scientifica che i ricercatori danno del "vegetariano normale", pluralista, completo, statisticamente anche più sano e tranquillo – viste le difficoltà acrobatiche e perciò le insufficienze e tensioni dei fratelli vegan – ma anche senza tanti grilli per la testa, come l’illusione, l'utopia impossibile della non-violenza assoluta, visto che quando camminiamo uccidiamo formiche, ragni e vermi, e quando respiriamo oppure mangiamo la nostra cara frutta e verdura, ecco che i nostri macrofagi, il nostro lisozima, il nostro acido cloridrico, uccidono per noi virus e batteri. Che sono forme di vita complete. E, a proposito, non dobbiamo essere razzisti verso le specie: anche un ravanello o cespo d’insalata è un soggetto vivo che noi vegetariani o vegan "uccidiamo". Purtroppo non esistono cibi per l'Uomo davvero non-violenti, tranne i pochi frutti di piante e animali selvatici.
Realismo quindi, che vuol dire razionalità, scientificità e onestà. Niente bugie o ipocrisie. Ma anche un pizzico di orgoglio "vegetariano", ma vegetariano vero, parola che non deriva da vegetabilis (vegetale), ma da vegetus (sano). E infatti è la stessa radice indo-europea vag o veg, da cui il latino vigor, significa "forza". Insomma, vegetariano è bello, forte, e visto che è sano, anche sexy.
Da tempo rimuginavo sulla curiosa sigla formata da "Lacto-ovo-vegetarian". Un vegetariano, cioè che si alimenta in prevalenza (e nell’ordine, come consigliato da Scienza e Tradizione) di cereali (possibilmente integrali), legumi, verdure e frutta, ma con piccole integrazioni quotidiane di latticini e-o uova. Cibi di provenienza animale, ma "a basso impatto violenza", cioè ottenuti senza uccidere, profittando parassitariamente dei "frutti" che gli animali concedono. E, sia chiaro, anche gli allevamenti sono violenza, ma è una violenza inferiore a quella dell’uccisione. Scopo di una persona razionale e ragionevole non è "eliminare" ma ridurre, quanto più possibile e compatibilmente con la propria vita, il carico di violenza inutile nel Mondo. Tenendo conto che anche l’Uomo è una specie animale, e su di esso bisogna ridurre al minimo la violenza. Anche evitando un’alimentazione insufficiente, tossica, dannosa, innaturale, artificiale, ricca di radicali liberi.
Il paradosso è che in certi casi, e alla lunga, il meno violento è proprio il LOVE lacto-ovo-vegetariano, non il vegan. Infatti, la piccola violenza della selezione degli animali per indurli a produrre più latte e uova di quanto ne produrrebbero per i loro piccoli, ma anche la violenza dello stesso allevamento, sono spesso di gran lunga inferiori alla violenza che un uomo può fare a se stesso o ai figli col cibo sbagliato o carente (ma anche...lontano dai pasti). Penso ai lattanti rachitici o in fin di vita perché "allevati" con latte di riso o di mandorle. Penso ai cattivi rapporti umani che hanno molti vegetariani o vegan. Queste violenze non contano?
Certo, il lacto-ovo-vegetariano non deve esagerare con queste integrazioni animali non-violente, perché non tanto le uova (il colesterolo degli alimenti negli organismi sani viene pochissimo assorbito), ma i formaggi sono un rischio alto per uomini e donne, in caso di prolungati eccessi.
Mi sono chiesto dove mettere questo LOVE. Sul cuore no, perché, per come oggi è disegnato non assomiglia a nessun cuore reale. Gli antropologi hanno spiegato che è l'atavico, primordiale culo della donna, che l'uomo prendeva da dietro, come aveva visto fare agli altri animali (more pecudum, nel linguaggio della Chiesa). Perciò, come culo rovesciato e con grosse natiche, il grottesco cuore di oggi è diventato il simbolo del sesso e poi dell'amore. Mi chiedo, piuttosto, che penseranno i cultori del Sacro Cuore di Gesù.
Invece, su una mela rossa LOVE ci sta benissimo. Così, questo sito-blog d’ora in poi userà il simbolo forte e beneaugurante della mela rossa LOVE (v. in basso nel colonnino che fa da collegamento al nuovo sito vegetariano). E chi vuole potrà metterlo sul proprio blog o sito. E visto che la definizione scientifica è in inglese, piacerà anche ai bloggers e gestori di siti stranieri, specialmente anglosassoni. Facciamoci vedere, ma stavolta con un simbolo positivo, senza recriminazioni.
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INSERITE NEL VOSTRO SITO LA MELA ROSSA "LOVE" (Lacto-Ovo-Vegetarian) riportata nel colonnino in basso, ma col collegamento al presente articolo, che spiega lo spirito e le ragioni dell'iniziativa, così citando l'autore, secondo le prescrizioni minime della licenza Creative Common. Col tasto destro del mouse si può leggere il modello HTML della pagina blog. La stringa giusta da copiare è quella, verso il basso, che contiene l'espressione "orgoglio dei lovers". Si può anche inserire il logo senza collegamento, ma allora secondo i dettami della Licenza (cliccare sul rettangolino del logo) bisogna citare la fonte, cioè il sito di Nico Valerio http://nicovalerio.blogspot.com/, evitando ogni utilizzo improprio, contrastante con lo spirito del vegetarismo o commerciale.
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JAZZ. Il trombettista e grande stilista del be-bop Dizzy Gillespie in un audiovisivo registrato durante un concerto al Festival di Montreux nel 1977 col giovane virtuoso di tromba John Faddis.
Gillespie per vari anni fu vegetariano. Negli anni 80 all'albergo La Rosetta di Perugia, durante Umbria Jazz, prese le mie "difese", contro i colleghi critici che al tavolo del ristorante mi prendevano in giro, rivelando di essere diventato anche lui vegetariano. "He's right - disse loro indicandomi - and you are wrong people". Naturalmente sorrideva, ma intanto fece restare muti tutti i colleghi.

15 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bravissimo, lo inserirò anche nel mio!

3 giugno 2008 alle ore 15:57  
Blogger Nico Valerio said...

Daniela, poi mi dici come fai, se ci sei riuscita... E' da un'ora che tento di inserirla nel colonnino laterale nei modi più diversi. Al massimo vedo un riquadro cieco. Urge un genio HTML...

3 giugno 2008 alle ore 16:13  
Anonymous Anonimo said...

Complimenti, sapevo che sei disegnatore e brillante creatore di loghi, marchi e slogan, ma non anche con la grafica Photoshop.
E' un simbolo perfetto.

3 giugno 2008 alle ore 16:26  
Anonymous Anonimo said...

Bello, bello, bello. Non dico a te ma al logo...:-) Finalmente una cosa vincente, e non le solite cose brutte e sfigate dei veggies

3 giugno 2008 alle ore 19:44  
Blogger Nico Valerio said...

Sono riuscito finalmente ad inserire l'immagine sul colonnino, grazie a Sgembo.

4 giugno 2008 alle ore 02:11  
Blogger Nico Valerio said...

MELA ROSSA E "LOVE". Daniela Condemi e altri amici vegetariani, purtroppo (ho provato) questa pagina di commenti non accetta il codice HTML da inserire nel modello del vostro blog o sito. Quindi, se mi mandate una email vi darò il codice

4 giugno 2008 alle ore 11:56  
Blogger Sgembo said...

Grazie a te Nico per la bella iniziativa.

Il codice da inserire è questo:
<a href="http://tinyurl.com/5b5bdn"><img src="http://img366.imageshack.us/img366/4040/lovemz5.jpg" alt="Image Hosted by ImageShack.us" border="0" /></a>

(Qui si vede male, ti mando una mail così lo aggiungi al post)

4 giugno 2008 alle ore 22:22  
Blogger Sgembo said...

A dire il vero non si vede nemmeno tanto male :-D

4 giugno 2008 alle ore 22:25  
Blogger Nico Valerio said...

Sgembo, non capisco questo nuovo codice: la mela l'ho già pubblicata nel colonnino: il tuo pc non la vede? Oddio, ho fatto casino? Il mio la vede benissimo.
Piuttosto (approfitto della tua esperienza in questo campo), ho creato un banner molto forte contro il finanziamento dei giornali. Vado a trattarlo nel sito hosting da te indicato e me lo ritrovo... troppo piccolo e con un piedistallo con le misure in pixel. Adesso lo rifaccio. Te lo mando per email.

4 giugno 2008 alle ore 22:49  
Blogger Sgembo said...

si vede benissimo :)

Ma visto che prima avevi scritto: "purtroppo (ho provato) questa pagina di commenti non accetta il codice HTML da inserire nel modello del vostro blog o sito. Quindi, se mi mandate una email vi darò il codice"

ho pensato che ti facesse comodo averlo così. Purtroppo per far comparire il codice senza eseguirlo è necessario utilizzare alcuni comandi particolari (in pratica si scrive il codice diversamente da come appare).

4 giugno 2008 alle ore 23:40  
Blogger Nico Valerio said...

Scusa, Sgembo: ma "questo" codice che ti è stato accettato dalla pagina dei Commenti (a me il tag href veniva rifiutato) poi funziona anche se un lettore lo incolla così com'è nel suo modello HTML? Sarebbe (saresti) geniale!

5 giugno 2008 alle ore 12:27  
Blogger Sgembo said...

dovrebbe funzionare, perlomeno a me funziona :-)

5 giugno 2008 alle ore 19:23  
Anonymous Anonimo said...

Caro Nico, mi pare che sei incorso in un'inesattezza, quando scrivi:
"Cibi di provenienza animale, ma "a basso impatto violenza", cioè
ottenuti senza uccidere, profittando parassitariamente dei "frutti" che
gli animali concedono." In realtà per ottenere il latte bisogna far fare
alla mucca un vitello, che deve essere ucciso, altrimenti il mondo si
riempirebbe di vitelli. Infatti la carne di vitello è un sottoprodotto
dell'industria del latte, ed appartiene alla filiera dei bovini da latte
e non a quella dei bovini da carne.
Ciao
Carlo Consiglio

6 giugno 2008 alle ore 10:28  
Blogger Nico Valerio said...

Carlo, hai ragione. Ma io mi limitavo solo alle conseguenze sull'animale individuo coinvolto nella produzione del latte. Poi ci sono altre conseguenze.
Non dobbiamo nasconderci ipocritamente dietro un dito: l'allevamento degli animali significa soprattutto produzione di carne, oltreché di latte. E anche se noi vegetariani lacto-ovo
ci vantiamo di avere la "coscienza pulita", in realtà ce l'abbiamo solo meno sporca della maggioranza degli uomini.
Ecco perché bisogna che gli onnovori riducano al minimo (p.es. 1 volta a settimana) il consumo di carne.
Dobbiamo "ridurre" al minimo possibile la violenza del cibo, cioè sugli animali, fino al limite scientifico ipotizzabile della "violenza" sull'uomo individuo.
Sembra infatti che la vita dell'Uomo, anzi la vita stessa su questa Terra sia basata su principi che visti dall'empireo dell'Etica sono violenti.
Già il camminare, già il respirare, significano l'uccisione di formiche, batteri ecc.
Questo è il punto, caro Carlo.
E' possibile una vita totalmente non-violenta? Io sono convinto di no, purtroppo.
Noi cerchiamo di fare il massimo per ridurla al minimo, questa violenza. Ciascuno deve fare tutto il possibile. Ma stolto sarebbe chi fosse convinto che è possibile eliminarla.
Il vegetarismo lacto-ovo (LOVE, appunto) sembra il miglior compromesso effettivamente praticabile, se ben realizzato, tra non-violenza, ambiente e salute dell'Uomo. Un compromesso, appunto.
Mentre sia gli onnivori, sia i vegan, ignorano questo concetto del limite. I primi ritengono la violenza necessaria senza limiti, i secondi ritengono la non-violenza necessaria senza limiti. Così danneggiando (quasi sempre, a meno che non siano super-esperti)se stessi.
Perché l'osservazione empirica negli ultimi 30 anni (senza contare la letteratura scientifica), mi dice che in pratica la stragrande maggioranza dei vegetariani vegan mangia male, e risolve le sue carenze con pillole e integratori. Che sono la dimostrazione logica che la loro interpretazione del vegetarismo è sbagliata. In quanto non tiene conto dell'animale Uomo.

6 giugno 2008 alle ore 11:53  
Anonymous Anonimo said...

imparato molto

13 novembre 2009 alle ore 07:48  

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