01 dicembre 2008

POMODORO blu, viola, nero. Caro Veronesi, sei sicuro che ce ne sia bisogno?

Pomodori neri, viola, blu, con antociani Sono tanto d’accordo, di solito, col prof. Veronesi, ne apprezzo talmente le doti scientifiche, intellettuali, umane e comunicative (e ne condivido anche il buonsenso vegetariano, sì, il buonsenso), da averlo messo tra i miei "miti" nella personale lista di personaggi con cui ho molto in comune, e con i quali nel bene o nel male un poco mi rispecchio.

Ma questa faccenda del "black sun", il tentativo di creare un pomodoro blu-viola-nero incrociato con la pianta del dente di leone, in modo da avere molti più antociani anti-cancro, non mi convince. Certo, non come naturista, né come esperto di alimentazione, ma neanche come difensore della scienza e della libertà di sperimentazione. Allora, invenzione per invenzione, centomila volte meglio fu quella etrusca dei broccoli: un alimento del tutto nuovo che riempiva un vuoto anche esteticamente, con i suoi getti fioriti che una volta tagliati, quando sono sui banchi dei mercati, non ricordano quasi più l’originaria Brassica oleracea, figuriamoci la selvatica campestris.

Ma qui che bisogno c’era? I nostri ortaggi, i nostri frutti, infatti, abbondano di antociani, una classe di polifenoli efficaci contro le malattie cardiovascolari e anti-cancro, tutti molto coloranti (quelli della frutta macchiano le dita), che anche i non esperti trovano in uva nera, vino rosso, more, mirtilli, barbabietola rossa, cavolo rosso…

A proposito, preparatevi a fare un esperimento che divertirà i bambini: da sinistramente viola che è il sugo cotto del cavolo rosso vira in modo spettacolare nel rosso sangue, appena vi viene spremuto sopra un limone. Con effetti cruenti, da cucina da tragedia di Shakespeare. Sono talmente comuni gli antociani che il negoziante "ce li tira dietro".

Perché rovinare l’immagine popolare del pomodoro? Un cibo perfetto, già col suo licopene e i suoi carotenoidi, grandiosamente anti-cancro. Eppoi, si "migliora" una cosa debole, non una cosa già forte e perfetta. Ripeto, che bisogno c’era? Non era più serio e realistico convincere la gente a mangiare più frutta e verdura, specialmente quella colorata di viola-blu-rosso, visto che ben pochi al mondo consumano davvero il minimo di 5 o 6 porzioni al giorno consigliato dai Consensus cardio-oncologici?

C’è talmente poca domanda di verdure e frutti efficaci, perché la gente è ignorante e per di più conservatrice, specialmente in Italia, che le verdure migliori non si trovano spesso al mercato, "perché la gente non le richiede", si giustificano i rivenditori. E hanno ragione. L’ignoranza degli Italiani è famosa: non siamo per caso ultimi in lettura libri (con tutto che vengono considerati libri anche i romanzi…) e nell’uso del computer e internet. Io stesso fatico a trovare nei mercati il cavolo rosso (e addirittura alcune donne anziane, che dovrebbero in teoria essermi maestre, mi hanno chiesto "come si cucina"!), il crescione, i broccoli siciliani, le rape, le barbabietole rosse. Introvabili l’ortica ricca di ferro, la malva dotata di mucillagini, reperibili solo nella "misticanza da cuocere" la pianta verde del papavero. Mentre tutti sono lì in fila come stupidi a richiedere sempre le solite zucchine e i finocchi. Quando non addirittura i tossici pomodori verdi.

Insomma, la colpa è sempre nostra, di noi cittadini, quasi mai di "chi sta in alto". Il quale se fa sciocchezze, e ne fa tante, è per essere popolare con persone come noi, per essere eletto o rieletto da gente come noi. Altro che.Insomma, il pomodoro viola, a meno che non contenga una sottoclasse di antociani rara e altrimenti costosa, mi sembra di primo acchito inutile, anzi psicologicamente controproducente.

Vogliamo proprio aizzare gli anti-scienza che in Italia sono già molto numerosi? Infatti su internet c’è già chi lo ha preso per un "pomodoro Ogm", mentre invece si tratta di un tradizionale incrocio.

Non era meglio suggerire a particolari malati di consumare, se non proprio i costosi frutti di bosco o le marmellate di frutta rossa e viola (prugne, ciliegie, mirtilli) che contengono troppo zucchero, almeno più cavolo rosso, barbabietole rosse e uva nera d’estate?
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1. NUOVO POMODORO CON ANTOCIANI NELLA BUCCIA (NON-OGM):

PRESTO UN’INSALATA DI POMODORO POTREBBE GUARIRCI PIÙ DI UNA MEDICINA
Umberto Veronesi, Grazia, 18 novembre 2008

"Ha fatto scalpore la notizia, di qualche settimana fa, della creazione in laboratorio del pomodoro viola anticancro, tanto che molti mi hanno scritto chiedendomi se è già disponibile per il consumo. Occorre innanzi tutto chiarire che stiamo parlando di uno studio sperimentale. I ricercatori hanno dapprima isolato, dalla pianta della bocca di leone, due geni che producono antocianine, particolari sostanze antiossidanti del gruppo dei flavonoidi, presenti soprattutto nei frutti di bosco ma di cui il pomodoro è privo, e li hanno introdotti nel pomodoro ottenendo così un nuovo ortaggio che, oltre al caratteristico colore viola, possiede una capacità antiossidante tre volte maggiore della varietà comune. Somministrato ai topi di laboratorio privi del gene della proteina p53, fondamentale per la prevenzione del cancro, il pomodoro viola ha allungato notevolmente (da 142 a 182 giorni) la sopravvivenza degli animali, posticipando la comparsa del tumore e dimostrandosi quindi efficace nel proteggerli dalla malattia. Si tratta ora di verificare la stessa capacità preventiva nell’uomo. Che gli alimenti, in particolare frutta e verdura, hanno un valore protettivo lo sappiamo da tempo. La lettura del genoma ci ha permesso di capire il perché: questi cibi contengono gli antiossidanti che sono in grado di proteggere i nostri geni da mutazioni che trasformano cellule sane in cellule tumorali. Il pomodoro, in particolare, contiene licopene, che si libera ancora di più con la cottura prolungata. Il licopene è protettivo nei confronti del tumore della prostata e forse del seno. È logico quindi che la ricerca si concentri nello studio e potenziamento delle proprietà di questo alimento.Lo studio del "pomodoro viola" ci conferma che, in futuro, la conoscenza del genoma delle piante ci permetterà di individuare meglio veri cibi anti cancro. La genetica applicata alla produzione alimentare è infatti una delle aree in cui la ricerca scientifica può migliorare la nostra vita. È uno degli strumenti offerti dalla conoscenza del DNA e con cui possiamo combattere le grandi piaghe del pianeta: fame, malattie tumorali o cardiache. Con linee guida rigorose per l’uso delle biotecnologie si può assicurare un rapporto più equilibrato fra piante, animali e gli ecosistemi ad essi collegati: un passo avanti verso la riduzione dell’incidenza del cancro e di malattie correlate ad ambiente e alimentazione. Resta molto da fare, l’importante è non fermare tutto per pregiudizi. O addirittura per equivoci. Crea equivoci la parola OGM. Organismo è una definizione della vita biologica che sa di meccanicistico e modificare fa pensare a manipolare, un concetto che evoca processi minacciosi. Invece la genetica applicata all’agricoltura non fa altro che aggiungere qualche caratteristica più favorevole ad alcune già presenti nell’alimento; per questo dovremmo cominciare a parlare di organismi geneticamente migliorati".

2. NUOVO POMODORO CON ANTOCIANI NELLA BUCCIA E NELLA POLPA (OGM):

AGGIUNTI NEL DNA I GENI DI UNA PIANTA CHE AUMENTA GLI ANTIOSSIDANTI

I pomodori Ogm anticancro. Studio europeo con Veronesi. Sono di colore viola e sono stati già usati con successo sulle cavie: allungano la vita

Mario Pappagallo, Corriere della Sera, 27 ottobre 2008

Pomodori viola per combattere i tumori. La frontiera dei cibi-farmaco anticancro segna un nuovo risultato, grazie a uno studio europeo (il progetto Flora) a cui partecipa l'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Umberto Veronesi. Creati da Cathie Martin, presente anche a Venezia al «Futuro della scienza», che da anni studia le proprietà dei pomodori, contengono i geni di un fiore e producono una quantità importante di antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi, di cui i pomodori normali (pur ricchi di anticancro come i licopeni) sono privi. La combinazione triplica lo scudo. Così almeno si è visto sui topi di laboratorio. Lo studio viene pubblicato oggi su Nature Biotechnology. Cathie Martin e la sua équipe lavorano nei laboratori britannici del John Innes Centre di Norwich. Lì sono stati creati i pomodori viola. Inseriti nella dieta di topi mutanti (senza il gene p53) particolarmente suscettibili ai tumori sono riusciti ad allungare la sopravvivenza dei topi. O meglio a posticipare la comparsa scontata del tumore. E lo Ieo ora punta molto sullo studio di questi cibi «arricchiti» per prevenire i tumori, se non per bloccare lo sviluppo di cellule neoplastiche. La strada è aperta. Verdura e frutta migliorata geneticamente per farci arrivare sani ai 120 anni di vita media programmata dai nostri geni. In un futuro non molto lontano potrebbe essere l'ortolano sotto casa il neofarmacista, consigliando un'insalata al pomodoro viola, banane al vaccino, riso alla vitamina A, aglio viola, patate lilla, broccoli o cime di rapa modificate con i geni dell'uva rossa, arance blu dagli effetti anti-ossidanti moltiplicati. Tutto è salutarmente modificabile. Insomma, la nocciolina che trasforma in supereroe il Pippo disneyano non è proprio fantascienza.

«Senza esagerare con la fantasia, si tratta di un importante passo avanti — dice Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca dello Ieo — nello studio degli antiossidanti, dei flavonoidi (le antocianine) in particolare, ormai largamente considerati una valida arma di prevenzione nei confronti di una vasta gamma di patologie, dalle malattie cardiovascolari ad alcuni tipi di cancro. La dieta seguita dalla maggioranza della popolazione nel mondo occidentale non sembra essere sufficiente a garantire un apporto adeguato di queste sostanze, presenti nelle verdure e nella frutta (soprattutto frutti di bosco, uva, arance rosse). Per questo il progetto Flora punta a capire meglio i loro meccanismi di azione e a trovare nuove strade per aumentarne il consumo».

Per ottenere una particolare ricchezza in antocianine nei pomodori che non ne hanno, i ricercatori inglesi hanno fatto ricorso a due geni presenti nella comune pianta bocca di leone (un fiore): conferendo così un colore viola (blu-rosso) ai nuovi pomodori. «I due geni che abbiamo isolato dalla bocca di leone — spiega Eugenio Butelli che lavora nel centro di Cathie Martin ed è primo autore della ricerca — sono responsabili dei colori dei fiori e, se introdotti in altre piante, sono la combinazione vincente per produrre antocianine». Una polvere ottenuta dai pomodori viola è stata somministrata a topi di laboratorio mutanti privi del gene della proteina p53 (comunemente conosciuta come «guardiana del genoma»). È una proteina fondamentale nel processo di sviluppo dei tumori. I topi che ne sono privi sviluppano, e precocemente, diversi tipi di tumore, soprattutto linfomi.

Gli animali usati per i test sono stati divisi in tre gruppi, a dieta diversa: al primo gruppo è toccato cibo comune, al secondo è stato aggiunto un 10% di estratto di pomodoro rosso normale, al terzo mangime con estratto di pomodoro viola. «Tra i primi due gruppi non sono state riscontrate differenze — spiega Marco Giorgio, dello Ieo, che ha condotto la sperimentazione sui topi —. Mentre l'ultimo gruppo, che ha mangiato pomodori viola, ha mostrato un allungamento della vita significativo: è sopravvissuto in media 182 giorni rispetto ai 142 dei topi a dieta comune». Anche se i risultati sono molto promettenti, i ricercatori però invitano alla cautela. I pomodori scuri, comunque, non sono una novità. Esistono già il Kumato, un Ogm, e il Nero di Crimea, anch'esso con una colorazione scura. Queste varietà non hanno antociani. Infine, c'è il pomodoro Sun Black (progetto italiano Tom-Anto finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca): non è un Ogm, ma gli antociani sono accumulati nella sola buccia.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Libertà di ricerca, certo, ma anch'io trovo strano modificare il pomodoro per creare anche una varietà "curativa". Perché, quello che conosciamo non è curativo? Sono d'accordo con la tua posizione responsabile ma leggermente critica.
Anch'io stravedo per Veronesi.

2 dicembre 2008 alle ore 17:06  

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