11 luglio 2009

COERENZA. Il comico che per essere coerente con se stesso morì ridendo.

Quando sentì venir meno le proprie forze e approssimarsi la fine, il grande e vecchio comico greco Karaghiosis, che per oltre cinquant’anni aveva fatto morire dal ridere tutta la Beozia, decide di ridersela della morte, cioè di morire a modo suo in perfetta coerenza: ridendo. Per non smentire con gemiti e lacrime da donnicciola, spiegò agli amici e parenti costernati, un’esistenza tutta spesa a ricercare il lato più profondo e stoico della vita dell’uomo, ovvero il comico. E a nulla valsero le seriosità di circostanza. 

Fattosi, dunque, portare una barchetta, e assoldato il miglior raccontatore di storielle della regione, si fece condurre molte miglia al largo dell’Eubea. E mentre il sole cominciava a calare sull'orizzonte, e l'attore recitava da par suo le più esilaranti storielle comiche della Grecia, Karaghiosis si fece gettare in acqua, lui che non sapeva nuotare, e così, sempre ridendo, sopraffatto dai singulti di un’ilarità così irresistibile che avrebbe impedito perfino a un nuotatore provetto di mantenersi a galla, il grande comico che aveva fatto morire dal ridere tutta la Grecia, dolcemente, sempre ridendo, si lasciò a poco a poco sopraffare dai flutti, mettendo in pratica ciò che il suo pubblico aveva sempre detto in modo figurato ma mai provato davvero, cioè il morire del ridere. E così, veramente moriva, tra uno scoppio e l'altro, sempre più flebile e smozzicato, di riso, venendo meno non tanto a forza di ridere ma per la debolezza del ridere, finché gli amici attoniti videro le sue labbra sempre ridenti riempirsi di acqua e scomparire leggermente nel blu profondo del mare.
NICO VALERIO

IMMAGINE. Attore di teatro (pittura su vaso di origine greca, Taranto).

JAZZ. E' la registrazione di un disco d'epoca a 78 giri Parlophone con la grande orchestra di Fletcher Henderson che esegue im piccolo capolavoro, il veloce brano Hop Off (versione originale del 4 novembre 1927, nettamente migliore di quella del 1928, molto più facile a trovarsi su internet). Gli assoli sono, nell'ordine, del tronbettista Tommy Ladnier, del sassofonista Coleman Hawkins (uno dei suoi primi assoli), del trombonista Jimmy Harrison, del clarinettista-sassofonista Buster Bailey, ancora di Ladnier e Hawkins. L'arrangiamento era di Don Redman.

AGGIORNATO IL 3 SETTEMBRE 2015

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4 Comments:

Anonymous Lady Godiva said...

Bellissimo, sembra uno di questi brani edificanti che traducevo al classico. Anche come stile. Ma è tuo?

13 luglio 2009 alle ore 21:01  
Anonymous Bottino Ricasoli said...

Ma sì facciamo che piangano in fine vita coloro che hanno sempre pianto in vita!

15 luglio 2009 alle ore 17:49  
Anonymous Momo said...

Sarò sull'orlo del collasso?
chiedo scusa ma la mia indole curiosa mi impone di trovare una traccia su questo testo interessantissimo. (e bellissimo)
Allora cominco con l'essere coerente con me stessa ed esporre ciò che ne traggo :D
la coerenza spesso è misconosciuta, specie quella con i propri sentimenti, il perchè semplice, si confondono questi sopra citati con gli ideali presi da qualcun'altro, magari molto "trendy"...la personalità ne risente ed ecco un bel prodottino insipido e moderno: il post-catto-bigotto che è coerente con tutto cià che è senza senso umano.
ops!! ecco un altro esemplare coi fiocchi: il lecca-sfotterello ovvero colui o lei che fa da tappeto ai superiori e poi fa scenette da sex and the city coi colleghi...ovvio che il tappeto non lo fa in pubblico..
il finto risparmiatore! quello è troppo forte: il megasaputello col denaro, fa la spesa all'hardiscount e veste in sintetico..l'importante è spendere poco. PERCHé??? io che punto alla qualità? non mi può vedere. poi però si incazza se mezza spesa fa schifo, i vestiti irritano e "corre ai ripari"--> certo!

basta non tedio più nessuno...
scusate è che mi scatta la molla ^_^
e odio chi si fa "vedere" con idee nn sue e cerca di seguirne i dettami solo davanti agl'altri per riempirsi la bocca...o mondarsi un pezzo di anima...agli occhi degli altri!!

5 agosto 2009 alle ore 17:26  
Blogger Nico Valerio said...

Be', sì, Lady Godiva, ho volutamente imitato lo stile delle tipiche storie che ci facevano tradurre al liceo classico, in tempi lontani non sospetti di facilismo. E' chiaro che l'episodio e il nome del comico li ho totalmente inventati.
Ma volevo che il tono e la storia fossero leggeri e paradossali, tragicamente umoristici, teatrali e un po' narcisistici (il famoso tema delle morti esemplari, da Socrate in poi), e invece Momo ne trae conclusioni seriose sulla... coerenza e sul "far vedere".

15 agosto 2009 alle ore 19:49  

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