31 gennaio 2010

NON CREDO. Nasce la prima rivista dei non credenti: colta, laica e liberale.

Una nuova rivista "di carta", e anche di una bella qualità, per noi maniaci della carta fin da giovanissimi, è cosa rara di questi tempi. Ma è una bella novità che va messa in risalto, soprattutto perché è nata una rivista di approfondimento culturale laico e liberale, indirizzata particolarmente ai non credenti. Una vera sorpresa, perché confessiamo di non aver avuto alcun sentore di preparativi del genere.

Se è vero che dietro ogni progetto originale c'è un uomo originale, dietro Non Credo, la rivista di cui parliamo, c'è un uomo come purtroppo se ne trovano pochi oggi in Italia: versatile e coraggioso, organizzatore e idealista, tenace e perfezionista. Spesso anche mecenate, mi dicono comuni amici.

Chi è? Be', intanto un tipo così è senza età. Conosco bene questa sindrome psicosomatica: sempre giovani e vecchi contemporaneamente, per tutta la vita, com'è tipico delle persone curiose e intelligenti.

Una vita vulcanica, avventurosa ed eccentrica, quella di Paolo Bancale (è di lui, prima che della sua rivista, che stiamo parlando), da giovanissimo e spericolato ufficiale pilota di aerei dell'Aeronautica Militare, che portava con la spensieratezza dei vent'anni, tanto che con qualcuno cadde (tra le fiamme, of course) e ancor oggi gli tocca fare molto nuoto per rimettere a posto la spina dorsale, a cofondatore della prima aerolinea privata italiana, quell'Itavia ingiustamente sacrificata da un complotto in piena regola dopo il misterioso incidente di Ustica. E all'Alitalia di Stato non parve vero liberarsi di una fastidiosa concorrente che operava già allora in una dimensione globalizzata e moderna. E poi, ancora, gli anni del giornalismo aeronatico, le grandi mostre internazionali, le tante riviste tecniche fondate e dirette, e poi l'interesse per la filosofia buddista, l'agnosticismo, il laicismo, l'amore per le libertà, la simpatia per i Radicali.

Ed ora, finalmente, questa agile rivista bimestrale di cultura "a-confessionale" - come tiene a precisare - non anti-confessionale, piena zeppa di brillanti e insospettabili docenti universitari, filosofi, ingegneri, letterati, psichiatri, antropologi, sociologi, che hanno meditato e approfondito i più vari aspetti del non credere.
Colpisce la dedica sotto la testata che riprende una bella frase del presidente degli Stati Uniti, Obama, detta durante il discorso d'insediamento: "Siamo una nazione di cristiani e musulmani, ebrei e indù, e anche di non credenti". Riconoscimento paritario che, anche in America, nell'America del motto "In God We Trust" e delle ottocentesche dediche a Dio, fanno sempre un certo effetto.
Mancava una rivista di approfondimento culturale, che desse spessore alle argomentazioni del popolo sempre più vasto - si parla di oltre dieci milioni, in Italia - di agnostici, non-credenti, atei, liberi pensatori o razionalisti che dir si vogliano (e sì, perché ognuno di noi free thinkers si incaponisce su una definizione, accampando inesistenti differenze con le altre, e non la molla...), e il bravo Bancale ce l'ha data.

Adesso facciamo la nostra parte, innanzitutto abbonandoci, e poi suggerendo temi, personalità di cultura che possano riferire la propria testimonianza, collaboratori (a proposito, si cercano giovani che gli diano una mano in redazione, a Civitavecchia), commenti, argomenti nuovi, statistiche, curiosità, fotografie, pubblicità, collegamenti su internet. In informatica è un po' carente, quindi cerca anche un webmaster non credente, ma con i fiocchi.
E ancora non abbiamo parlato del contenuto: ci torneremo su.
Ah, dimenticavo il meglio. L'impronta decisamente laica e liberale, del resto chiaramente espressa con termini ed espressioni inequivocabili fin dalla copertina. Ottima cosa. Niente nuova "religione dell'anti-religione". Non solo, ma, nonostante lo spessore dei collaboratori, la rivista è brillante, piacevolmente leggera e si divora d'un fiato: Niente cose tetre e pesanti a cui ci aveva abituato il vecchio ateismo di decenni fa. Si sente il buon gusto e la selezione da parte del giornalista esperto in redazione.

Auguri e complimenti a Paolo Bancale. Diamogli una mano; la daremo a noi stessi. Con iniziative culturali così equilibrate e raffinate i non-credenti dimostrano di essere di gran lunga migliori dei credenti, confermando che i luoghi comuni sui “semplici di spirito” che si rifugiano nelle favole della fede e non sanno argomentare se non ripetendole in continuazione, come a voler rassicurare se stessi e a voler convertire gli atei, sono fondati.

Non Credo è già in alcune edicole. Ogni numero costa € 3,50. Sono già usciti i primi tre numeri. L'abbonamento annuale è di €19,50. Informazioni e notizie sul sito ReligionsFree e tra qualche giorno anche sul nuovo sito Non Credo, ora in costruzione. E' possibile ottenere per posta una copia omaggio in pdf. scrivendo a noncredo@religionsfree.org, tel. 366.5018912.

JAZZ. Un Miles Davis poco noto quello del sonorizzatore di film. Qui la colonna sonora bellissima e ad effetto per il famoso film di Truffaut Ascenseir pour l’echafoaud (Ascensore per il patibolo). Il brano YouTube riporta il tema di Generique.

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8 Comments:

Anonymous prof. Anders said...

Rivista coraggiosa di un personaggio coraggioso, a quanto pare. Bel ritratto e bell'articolo, Nico.

3 febbraio 2010 alle ore 12:57  
Anonymous Madame Bovary said...

L'ho letta: davvero elegante e spigliata, di approfondimento, perfino rilassante.

4 febbraio 2010 alle ore 12:24  
Anonymous Corsetti G. said...

Sì, l'ho vista: elegante. Vale la pena leggerla.

5 febbraio 2010 alle ore 03:33  
Anonymous Lando said...

Non ho trovato da nessuna parte prove che il bancale sia il fondatore dell'Itavia, tant'è che questo stesso blog viene tra i primi risultati cercando su google.

Al di là del tono elegiaco con cui si prova a lanciare questa rivista, io ho trovato un po' aggressive alcune posizioni (incluse alcune spiacevoli uscite dell'autore stesso) e diversi articoli dozzinali o comunque pressapochisti sui pdf che mi hanno spedito.

Sicuramente il prezzo resta decisamente troppo alto per quel che offre e l'"eroico" editore farebbe bene a scriver meno o con meno alterigia verso i credenti. Ma forse ce l'ho vista solo io, da ateo tollerante, chissà...

18 giugno 2010 alle ore 18:23  
Blogger Nico Valerio said...

Lando, la tua sembra una posizione preconcetta: Non Credo è una rivista laica e moderata, tant'è vero che il suo direttore-mecenate mi ha sempre corretto con pignoleria quando io parlavo con lui di "anti-confessionalismo" e "ateismo". Questa del neutrale "a-confessionalismo" è l'unica stranezza che ho notato.
Anzi, sinceramente, lo ritengo un punto debole: oggi di fronte ai colpi bassi del clericalismo e del privilegio per una sola religione, in Italia bisognerebbe essere un po' più duri.

19 giugno 2010 alle ore 10:58  
Anonymous Lando said...

Questa dell'"anti-confessionalismo" non la capisco nemmeno io, a dire il vero.

Mi pare che l'editore abbia le idee un po' confuse, se davvero ti ha detto così: ricordo suoi scritti (o altri che a me parevano suoi come stile, ma vabbè) con posizioni nettamente polemiche; viceversa altrove si apre a palesi pagliacciate come il cortile dei gentili, probabilmente annaspando per un qualche grosso riconoscimento pubblico e ignorando l'idea che siano per lo più club per sedicenti atei devoti à la Ferrara e da cui la UAAR è stata preventivamente esclusa; molto indicativo, direi.

Non capisco perché sia sparita una bravissima Adele Orioli, se non erro presente solo sul primo numero, e anche se restano ottime penne come Carcano, alcuni autori mi pare che siano francamente deboli, quando non risibili: zocconali, se ricordo bene, con quell'articolo in cui parla di "data astrale" per superare la data prima o dopo cristo m'è parso tanto uno sconclusionato trekker che metteva su discorsi da bar; sicuramente under par rispetto ad altri (come Carcano, ripeto).

E io ancora non trovo conferme a questo discorso dell'Itavia co-fondata da bancale e su cui avevo cercato per curiosità, eh...

22 giugno 2010 alle ore 11:03  
Anonymous luciano27 said...

non l'ho ancora trovata, ma leggendo i commenti non mi pare che tratti un punto fondamentale, per me:la coniugazione del verbo credere,che non è dimostrazione di realtà, anzichè l'impossibile certezza dell'esistere o no.Altro punto è la differenza, enorme, tra lo spirito delle religioni anche se solo creduto, e il suo utilizzo pratico

14 agosto 2011 alle ore 10:25  
Blogger Paolo said...

Può essere una lettura interessante ma si porta sempre e cmq avanti,il principio che ogni tipo di esperienza debba essere riproducibile e collettiva. Questo può andar bene per gli esperimenti scientifici e non per quelli di tipo mistico. Non esiste solo la fede ma anche e soprattutto l'esperienza del divino, cosa che potrà sapere solo chi la fa, perché l'ha desiderata e cercata. Per cui, chi nega ogni forma di religione, lo farà sempre dall'esterno e mai dall'interno. È come parlare di qualcosa che non si conosce!

9 maggio 2018 alle ore 18:41  

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