16 agosto 2010

DE MARCHI psicosessuologo liberale contro Chiese, Stato e accademie

Se n’è andato con dignità, da uomo libero, com’era vissuto, l’amico, vicino in tante battaglie, "Gigi" De Marchi. Ed ha approfittato d’una giornata calda, il 24 luglio, quando molti italiani già erano in vacanza, per consegnarsi in modo discreto al Nulla, a quella buona morte di cui negli ultimi anni parlava sempre più spesso, inquietando anche noi amici non credenti. Aveva 83 anni.
Con Luigi De Marchi l’Italia perde un protagonista di numerose battaglie per uno Stato laico e liberale.
Psicoterapeuta della scuola di psicologia umanistica, sessuologo tra i primi nel nostro Paese, grande polemista, instancabile propagandista, intellettuale originale e inquieto, politologo, critico e versatile come tutte le vere intelligenze, scrittore di numerosi saggi che hanno fatto epoca, grande liberale per niente "moderato" come tutti i veri liberali, nemico acerrimo d’ogni autoritarismo (della Chiesa cattolica o dell’Islam, dello Stato burocratico o clericale, delle corporazioni o delle accademie), il coltissimo De Marchi correggeva con grande umanità e bonaria ironia l’apparente crudeltà delle sue accuse e provocazioni intellettuali. Così come, d'altra parte, compensava le tante ingiuste discriminazioni subìte da parte del mondo accademico e politico con buone dosi di egocentrismo e narcisismo. Ma queste non si sa se siano pecche o virtù nei grandi intellettuali.
Nato a Brescia nel 1927, divulgò per primo in Italia la psicologia umanistica come chiave di interpretazione dei fenomeni sociali, politici ed economici, l’educazione sessuale, la contraccezione, la decrescita demografica, l'eutanasia. Già nel 1953 aveva fondato l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica (AIED), dirigendola per oltre 20 anni. Fu ovviamente colpito e perseguitato dallo Stato clericale. Ma nel 1971, in una vertenza che lo contrapponeva al Governo del democristiano on. Colombo, De Marchi riuscì finalmente ad ottenere una storica sentenza della Corte Costituzionale che annullava i divieti penali all’informazione e all’assistenza anticoncezionale. Un'altra grande battaglia di libertà vinta per tutti noi.
Padre della psico-sociologia italiana, è stato l’esponente di riferimento per l’Italia di tre importanti scuole di psicoterapia: quella psico-corporea di Wilhelm Reich, quella bioenergetica di Alexander Lowen e quella umanistica di Carl Rogers. Discipline allora molto malviste dalla psicologia ufficiale accademica. Ha poi fondato e presieduto la Società italiana di "psicologia politica" (altra sua idea fissa), ed ha diretto la Società europea di psicologia umanistica.
Fondatore del Cisa (Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto), fu il primo protagonista di storiche battaglie sulla contraccezione e l’interruzione della gravidanza.
Critico del "familismo amorale" e dell’ipocrisia psichiatrica, De Marchi aveva più volte denunciato che il nucleo familiare è il luogo principale in cui avvengono gli omicidi. Un fenomeno che era per lui conseguenza del fallimento della legge 180 sulla salute mentale (legge Basaglia). Proponeva, quindi, "una riforma radicale e l’apertura di cliniche psichiatriche che non siano affatto i vecchi manicomi ma strutture umanizzate, oltre che di centri per l’attività riabilitativa".
Sul fanatismo e sul terrorismo, dopo la strage delle Torri Gemelle di New York aveva ripreso e ampliato un saggio innovativo apparso nel 1984, che aveva lanciato una nuova teoria della cultura e della nevrosi (Lo shock primario). Un'altra sua tesi originale era, infatti, che islamici e anti-occidentali d'ogni risma temono e odiano l'Occidente soprattutto per la sua libertà sessuale. Così come sono la sessualità e i problemi psicologici non risolti a condizionare il Potere, le Chiese e il mondo politico in particolare.
Nell’86 aveva fondato a Roma l’Istituto di psicologia umanistica esistenziale, che ha diretto fino agli utlimi giorni.
Un "pioniere delle scelte umane della sessuologia, profeta del libero pensiero", ricorda Antonella Filastro che di De Marchi fu allieva, collega e amica. "Era "pronto a cogliere tutti gli aspetti del mistero umano senza dogmatismi, senza ideologismi, ma con curiosità, con la vera sapienza e con lo sterminato amore per il fenomeno umano".
Furono sue le prime e più originali riflessioni sulla crescita demografica e dei problemi economici, ambientali, psicologici e sociali connessi.
La sua personalisima rubrica su Radio Radicale – cessata da qualche anno – era diventata "mitica". Gli ascoltatori l'apprezzavano per vis polemica, lucidità, originalità di tesi, ironia, humour, senso della sintesi e immediatezza di comunicazione. Tutte virtù, tranne la prima, molto rare in casa radicale. I temi, spesso interconnessi, erano il sesso e l'amore, la procreazione e la contraccezione, le malattie e la morte, il lavoro e le rendite parassitarie, la libertà e l'autoritarismo, i produttori e i burocrati.
Su quest'ultimo punto si inseriva nella più cristallina tradizione degli Einaudi ed Ernesto Rossi: il vero liberalismo economico non difende, ma anzi lotta contro le rendite parassitarie, i monopoli, gli oligopoli, le corporazioni e le burocrazie. Sono queste le vere forze reazionarie e anti-liberali in economia.
Era un battitore libero, e per questo anticonformismo si fece qualche nemico perfino tra i più alti dirigenti di via di Torre Argentina, a cui del resto non aveva mai nascosto le critiche. E anche su questo punto avevamo spontaneamente le stesse idee, come confrontavamo in lunghe, periodiche telefonate. Curiosa analogia, il nostro triplice interesse comune: psicologia, politica, ecologia. E il tutto strettamente intrecciato. Avevamo, su tutto, quasi sempre le stesse idee. De Marchi era per me il consigliere e punto di riferimento critico privilegiato. Anche nel metodo di "psicologizzare" tutto, dalla politica all'economia e alla cultura, potevo, posso esser preso per un "demarchiano". In realtà, questo è sempre stato fin da adolescente, fin dalle prime letture e dagli studi di psicologia, il mio pensiero originale.
I numerosi saggi di De Marchi (dal 1960 al 2008) facevano discutere e spesso imponevano al mondo della cultura temi del tutto nuovi, che diventavano ben presto dei classici. Tra questi: Sesso e civiltà, Laterza (1960), Sociologia del sesso, Laterza (1963), Repressione sessuale e oppressione sociale, SugarCo (1964), Wilhelm Reich - Biografia di un’idea, SugarCo (1970), Psicopolitica, SugarCo (1975), Scimmietta ti amo, Longanesi (1983), Lo shock primario. Le radici del fanatismo da Neandertal alle Torri Gemelle, Rai-Eri (1984; poi 2002), Poesia del desiderio, La Nuova Italia (1992; poi 1998 Seam), Perché la Lega, Mondadori (1993), Il Manifesto dei Liberisti – Le idee-forza del nuovo Umanesimo Liberale, Seam (1995), Aids. La grande truffa(con Fabio Franchi), Roma, Seam (1996), O noi o loro! – Produttori contro Burocrati, ecco la vera lotta di classe della Rivoluzione Liberale, Bietti (2002), Il Solista - Autobiografia d’un italiano fuori dal coro, Ed.Interculturali (2003), Psicoterapia umanistica. L'anima del corpo: sviluppi europei (con Antonio Lo Iacono, Maria Rita Parsi), Franco Angeli (2006), Wilhelm Reich Una formidabile avventura scientifica e umana (con Vincenzo Valenzi), Macro (2007), Il nuovo pensiero forte – Marx è morto, Freud è morto e io mi sento molto meglio, Spirali (2007), Svolta a destra? Ovvero non è conservatore chi combatte parassiti, fannulloni e sfruttatori, Curcio (2008).
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Su Luigi De Marchi si veda, infine, il lungo saggio della Galeotti, diviso per argomenti, apparso cinque anni fa. Oltre al suo blog, interrotto lo scorso anno.
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JAZZ. Umbria Jazz dei primissimi anni, i tempi eroici. Altro che quella turistica ammiccante al pop-rock di oggi. Ecco nel lontanto 1976 il quartetto del pianista Cedar Walton in Blue Monk. Il giovanissimo critico in bianco mascherato da vecchio generale Custer che si intravede prima dietro il batterista Billy Higgins e alla fine dietro il pianoforte, ci sembra di riconoscerlo.

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2 Comments:

Anonymous prof. Anders said...

Bello e completo il ritratto intellettuale sull'amico Gigi, complimenti! Compresi i pochi, giustificabili (visto l'ostracismo a cui fu sottoposto), "difetti...
Grazie a nome di tutti i sostenitori di De Marchi.

17 agosto 2010 alle ore 12:39  
Anonymous Salvo Presenti said...

Grande, grandissimo, il tuo articolo su un grande uomo come De marchi.

22 agosto 2010 alle ore 22:53  

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