10 ottobre 2014

ETICHETTE. Clienti ignoranti ma snob? Allora i produttori possono essere furbi.

10387616_10202800978766157_9150739963582536859_n Girovagando per gli scaffali di Facebook si scoprono cosette deliziose. Ecco un’etichetta davvero singolare, un po’ seria, un po’ (involontariamente?) umoristica. Chissà se è vera, o non è invece una mistificazione elaborata con l’infernale Photoshop. Per me è finta, chiaramente. E allora serve proprio per fare un discorso di “messa in guardia”. Ma se fosse vera? Improbabile. Ma certo, il pane che descrive così poeticamente, anzi ironicamente, sarebbe un pane di produttori furbissimi per acquirenti totalmente sprovveduti in cose del mondo e terribilmente orecchianti in alimentazione, di quelli cioè che si bevono tutte le balle di internet e della pubblicità. Ma comunque snob, terribilmente snob.

Ditemi che è uno scherzo. Un'etichetta volutamente seduttiva che è un concentrato di luoghi comuni, al limite del grottesco. Altro che il Mulino Bianco, qui siamo al mulino di Banderas. Al serioso Nico-1, che aveva quasi abboccato, Banderas sembrava “un tipico paese sardo”, ma il futile Nico-2 ha fatto notare che si tratta di un attore "figo" e macho, ben noto alle riviste femminili, che pare si stia dedicando nella maturità – troppo tardi, ahimé – al cibo naturale, alla campagna, perfino all’arte del mugnaio…

Ma allora, se così è, la mia prima impressione era sbagliata: altro che furberia, questa è acutissima satira di costume... Diciamolo: qui si prende in giro il cliente tipo del supermercato: la "casalinga preoccupata" media, la di lei figlia anoressica o bulimica, il pensionato brontolone marginale, lo studente casinista e impacciato che sopravvive di sola Nutella, ma è anche eco-sostenibile e un bel giorno è alle prese con la prima cena salutista autogestita da mostrare all’ultima ragazza conosciuta, per vincere le ultime (di lei) resistenze. E allora ci vuole un pane ad hoc, politicamente super-corretto. Ma è anche sotto sotto una presa in giro del solito mondo finto-verde, tutto consumismo e slogan pubblicitari, tutto “apparire” alla moda e aggiornati, della retorica del “km. 0” che nulla ci dice di inquinamento, completezza del cibo e costo, delle “buone cose d’una volta” che ieri erano povere, umili ed economiche, ma oggi, una volta “recuperate” da certi furbissimi speculatori “ecologici” improvvisati, sono diventate aristocratiche, altezzose e costosissime. E forse sfotte pure chi nella riconversione finto-povera ci intinge il pane, che so, club come Slow Food (ma i veri contadini poveri, quel poco che avevano lo mangiavano in 5 minuti, peggio che al fast food di oggi), o Legambiente che su questi luoghi comuni finto-virtuosi e slogan ipocritamente consumistici ha fondato un Potere, insomma a tutte le ipocrisie, le semplificazioni e gli snobismi del Mondo ambientalista, salutista, naturista. Geniale il copy-writer di questa etichetta.

Etichetta illegale, è chiaro, ma tanto è finta: non è possibile che sia davvero apparsa sugli scaffali di un supermercato serio come Conad, suvvia. Anzi, ci scusiamo con la spettabile ditta: è sicuramente un fake. Conad è semmai la vittima, non l’autore dello scherzo goliardico, sia chiaro.

Però approfittiamo della satira (ridendo castigat mores) per educare un poco i lettori, immaginando per un attimo che l’etichetta sia vera. Intanto, che vuol dire rustico? Sul piano nutrizionale, un pane o è integrale o è raffinato. Stop. E questo è normalissimo pane bianco raffinato di tipo 0, cioè con pochissimi minerali e vitamine e grassi protettivi... Quasi solo amido, cioè zucchero. Parliamo dell'acqua. A parte il paradosso delle cosiddette "Alpi" Apuane ricche di marmo che poi forniscono un'acqua povera di calcio... bah... Ma perché un'acqua oligominerale è "più figa" o naturisticamente più corretta di un'acqua minerale ricca di calcio e magnesio? No, anzi, qui dimostro che è molto peggio (da molti studi scientifici riportati).

In quanto al macinato a pietra, pochissimi esegeti laureati in lettere antiche noteranno l'acrobatica furbizia sintattica: non la farina del pane ma solo quei pochi grammi della farina servita per la pasta madre utilizzata per fare il pane (decine, centinaia di filoni) sarebbe stata – a loro dire – macinata a pietra. Vallo a sapere. Vallo a provare… Ma anche se fosse stata masticata da alcuni schiavi Egizi nella I Dinastia, usati come frullatori umani, la cosa influirebbe poco sull'intero pane.

E la macinatura a pietra, è vero, produce meno calore e quindi conserva più germe di grano (vit E, acidi grassi polinsaturi protettivi ecc. che però resistono poco all'alto calore di un forno), ma in compenso la pietra della mola consumandosi mescola alla farina un po' della propria polvere. La stessa che consumava i denti degli antichi Etruschi, Egizi e Romani. Insomma, posso dire una cosa? Ci deve essere un equivoco sul pane, forse per colpa del Cristianesimo che venendo dai nomadi dell'Oriente arido e senza verdure mangiava molto pane (e dalla piadina di pane viene l'ostia). Il pane non è il primo cibo dell'uomo né storicamente (“Di polente, non di pane – ha scritto Plinio – sono vissuti a lungo i Romani: è certo”), né nutrizionalmente. Basta vedere i numeretti della composizione: la pasta è molto meglio (p.es.: per le proteine, il pane 8-8,9 g, la pasta 10,8-13,4 g), e il grano in chicchi ancora meglio. Insomma, il pane è solo un cibo di complemento, penalizzato per sua natura da troppi passaggi tecnologici “stressanti”: tra brillatura del chicco, setacciamento al mulino e soprattutto la cottura ad altissima temperatura, il pane è un cibo piuttosto povero e carente. Di cui si può benissimo fare a meno. E poi la pasta madre col pane bianco di farina raffinata è un non-senso snob, del tutto inutile: la pasta madre non aggiunge nutrienti a un pane carente come quello fatto di povera farina 0.

Sono inutili quindi sul pane tali raffinatezze estreme e caricaturali. Anche perché ormai va mangiato poco o pochissimo (i carboidrati non sono protettivi come certi acidi grassi, e subito si risolvono in adipe se non facciamo esercizio e non bruciamo subito...). Il cotto a legna vuol dire solo che ha molto benzo(a)pirene, antracene e altri idrocarburi altamente cancerogeni. Un po' - indovino - come fumare una sigaretta a fetta...E poi già ha pochissimi sali minerali (a meno che non sia vero integrale): se pure lo impastiamo con l'acqua distillata (oligo) mostriamo solo idiozia snob...

[Comunque, come scherzo è davvero intelligente. Mi aveva quasi ingannato, sulle prime, tanto che ho dovuto correggere tutto l’articolo e dargli una lettura del tutto diversa. Ma sì, questa etichetta merita il premio Nobel. O meglio, “Ig-Nobel”!].

JAZZ. Una bella e brillante registrazione del sestetto di Thad Jones agli albori della sua carriera, Tariff (5:35). Thad Jones (trumpet), Billy Mitchell (tenor sax), Tommy Flanagan (piano), Kenny Burrell (guitar), Oscar Pettiford (bass), Shadow Wilson (drums). Audio-Video Studios, NYC, March 13, 1956.