26 settembre 2015

BUFALE, balle, mistificazioni, fake news: come scoprirle, senza censura.

ORIGINE E SIGNIFICATO DELLA PAROLA. Oggi nel linguaggio popolare la parola "bufala", che in senso figurato ha origine dal gergo o lingua romanesca (gli allevamenti di bufale da latte sono tipici del Lazio meridionale), è diventata di moda in tutt'Italia, spesso sostituita dai soliti anglofili del web da "fake news" (notizie false). 
      Ma stiamo alla ricchissima lingua italiana. La parola fa pensare innanzitutto, per similitudine popolare con l'animale bufalo (Bubalus sp.) a una "persona grossa e tozza e un po' sciocca" (Gabrielli), tanto da accettare senza batter ciglio quella che nell'uso romanesco è una "panzana", una "corbelleria" (Devoto-Oli). Secondo l'Accademia della Crusca, "bufala" deriva dall'espressione "menare per il naso come una bufala", ovvero portare a spasso l'interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l'anello attaccato al naso (Lemmario, V ed, vol.II, p.307). Ma essendo parola romanesca, bisogna dare importanza anche ai vocabolari romaneschi fondati sull'uso popolare e letterario locale. "Dare una bufala", perciò, è l'atto del turlupinare e imbrogliare, e "bufala" l'oggetto di questo imbroglio: "Cosa di poco valore", registra infatti Ravaro nel suo Dizionario Romanesco. Da cui la frase "Arifilà na bufola = truffare qualcuno cedendo ad alto prezzo qualcosa di scarso valore" (Ravaro, ibidem), insomma "dare una fregatura", quello che più tardi è stato chiamato a Roma nel gergo "sòla", cioè una vecchia suola data al posto della nuova contrattata. Sempre nel romanesco, dall'analogo "bubbola" deriva "bubbolone" che il Chiappini traduce con "vendifrottole".
      Perciò, come insegna la storia della parola, a differenza di quello che tutti credono la "bufala" non è una semplice bugia, ma una bugia diffusa con inganno e malizia. Insomma, l' intenzionalità, l'invenzione, o almeno una certa consapevolezza della falsità; oltre a uno scopo, compresa la speranza di trarre qualche vantaggio (economico, politico, di prestigio ecc.) dalla sua diffusione, sono elementi fondamentali della "bufala".
      BUFALA NON E' IL SEMPLICE ERRORE O LA LEGGENDA. Trasportata dal piccolo commercio e dalla vita quotidiana nell'area linguistica romanesca (e ora estesa all’intera area italofona) al campo dell'informazione web e del giornalismo, che ne ha decretato il successo, la "bufala" rischia in tutti questi passaggi di perdere il suo preciso significato di malizia e di banalizzarsi nel semplice errore.
      Invece, come insegna la storia del nome e l’interpretazione autentica dei romani, la “bufala” non è la semplice bugia o qualsiasi errore o leggenda, ma è la sintesi divulgativa o informatica di parole e concetti italianissimi come fandonia, balla, panzana, corbelleria, frottola, disinformazione, mistificazione, truffa, che denotano un’attività dolosa e consapevole, anche nelle forme minori e goliardiche della tipica bugia o invenzione lanciata con intenzione e per scherzo malizioso tra studenti o amici al bar, allo scopo (la utilità, il vantaggio sono fondamentali per la bufala) di stupire, fare satira, farsi notare e avere successo personale, di lettura del blog, di guadagni pubblicitari per numero di clic ecc.. Trasportata su giornali e sul web è oggi per estensione qualsiasi notizia truffaldina o maliziosa o diffusa con colpevole, voluta trasandatezza, comunque poco attendibile, non vera o parzialmente vera, che si rivela a una verifica successiva non confermata da fatti o documenti di cronaca, storia, politica, economia, scienza ecc. Per essere vera bufala deve essere diffusa per prestigio di carriera, scoop giornalistico, interessi privati o di Stato, successo mondano, esibizionismo, propaganda ideologica, destabilizzazione politica, speculazione economica e finanziaria (cfr. le voci artefatte diffuse in Borsa a scopo di lucro) e simili.
      Ma come, se quasi tutti (i non romani) oggi identificano bufale e leggende metropolitane! È vero, nelle aree italiane lontane e più periferiche rispetto all’origine della parola, e sul web italiano, si fa spesso confusione tra bufala e semplice errore; perfino il Vocabolario online Treccani cade in questo equivoco dovuto alla passiva accettazione del largo uso comune, ancorché sbagliato, tipica di molti dizionari. E invece questo significato troppo ampio e banale è non solo sbagliato, ma fonte di equivoci e danni gravi. Vero è che l’autore o diffusore della bufala può profittare, rilanciando e condividendo con dolo, di inesattezze, lapsus, sbagli accidentali, leggende metropolitane, insomma di precedenti errori involontari altrui fatti in buonafede o per tradizione popolare o dovuti a semplice ignoranza. Ma questi elementi di partenza non bastano da soli, senza la volontà maligna o interessata di chi li rielabora, unifica e diffonde ad arte, a definire una bufala, che resta una attività maliziosa, cioè una ingannevole mistificazione o voluta disinformazione, come è chiaro solo a chi conosca il suo significato originario nella lingua romanesca (“arifila’ ‘na bufola” = dare una fregatura). Insomma, si può sintetizzare con un motto sibillino che distingue le due categorie: “Tutte le bufale contengono falsità, ma non tutte le falsità sono bufale”.'
ANTICHITÀ.  Altro che "colpa dei tempi moderni", Le "bufale" nacquero e prosperarono indisturbate per millenni proprio nell’Antichità. Ma a differenza di oggi, quando sono prodotte e diffuse tipicamente nella società di massa dalla troppa informazione (che però aiuta anche a scoprirle), ieri erano favorite dalla scarsa informazione, e perciò duravano secoli prima che qualcuno le denunciasse. L'ignoranza assoluta e l'analfabetismo del popolo, l'accentramento del sapere nelle mani di pochissimi sacerdoti scaltri e manipolatori, la rarità della scrittura, permettevano a qualunque tesi venuta dall'alto - per lo più dagli stessi sacerdoti-Re o dai filosofi-scienziati - di essere presa per verità, senza la minima analisi critica. E, anzi, criticare una falsità imposta dal Potere avrebbe messo a repentaglio la propria vita. Tutti i grandi e piccoli Miti, le biografie inventate degli Eroi eponimi e di tutte le Divinità (compresa la biografia di quel Johsua o Gesù il Nazireo paradossalmente elaborata dai sacerdoti secoli dopo la sua asserita nascita, si ritiene verso il IV sec. d.C., mettendo insieme miti e biografie preesistenti), sono state con tutta evidenza delle grandi fandonie (oggi diremmo bufale) che hanno avuto successo, tanto che su di esse sono stati fondati imperi, potere, ricchezze, istituzioni, religioni durate millenni. Nessuna bufala moderna potrà mai produrre i danni di quelle antiche.
      Ma la propalazione di notizie false per uno scopo malizioso era anche la norma nella vita quotidiana, dato che bugie truffaldine, mistificazioni, furbizie, invenzioni, oracoli di Sibille greche, responsi di Aruspici etruschi, false informazioni commerciali e finti segreti militari diffusi da Re, ministri, sacerdoti di ogni religione, navigatori, commercianti, esploratori, scienziati e capi militari, allo scopo di conservare l'esclusiva delle proprie conoscenze, il proprio potere o prestigio, o di disorientare nemici o concorrenti interni ed esterni, sono antiche quanto l'uomo. I racconti delle Mille e una Notte ne sono una piccola testimonianza, vista dal basso, come il nostro Decamerone di Boccaccio dimostra l'importanza delle bufale nella sottocultura popolare (p.es. la "pietra filosofale" e altre pratiche per scroccare soldi agli ingenui). Guicciardini e Machiavelli non hanno inventato la "bufala di Stato", ma sono stati i primi storici onesti che ne hanno parlato. Del resto, erano d'accordo con tutti i diplomatici, specialmente quelli d'Oriente sulla necessità della dissimulazione in politica interna e internazionale. Non solo le più lucrose rotte navali commerciali erano segrete, ma spesso erano falsificate ad arte, come anche le mappe geografiche, per ingannare Paesi nemici e sviare esploratori concorrenti. Per potere personale e non smentire la filosofia del Progresso nell'Ottocento si creavano perfino false teorie scientifiche esistite nell'Antichità.
      Un esempio famoso di bufala storica scientifica è stata la teoria della piattezza della Terra attribuita a posteriori a non meglio precisati "Antichi". Contro l'evidenza naturalistica. Infatti, osservando l’evidente convessità del mare, il corso degli astri, il mutare delle costellazioni mano a mano che si procede a sud, la sfericità della luna e del sole, l’alternanza della notte e del giorno, e l’avvicendarsi delle stagioni, già i naviganti, i viaggiatori, gli scienziati e filosofi antichi più evoluti (tra cui lo stesso Aristotele) avevano capito ben presto che la Terra è sferica, e che la teoria della piattezza, pur sostenuta da alcuni, era infondata. Tanto il fatto era dato ormai per scontato tra le persone di cultura già ai primi secoli dell’Impero Romano – ne parlano tra i tanti anche Cicerone e Plinio il Vecchio – che Tolomeo portava come prova il primo apparire delle vette delle montagne nei viaggi per mare, mentre Eratostene già nel III sec a.C. ne aveva misurato la circonferenza con una sbalorditiva precisione per l’epoca.
      Ma soprattutto dal sec.XIX il libro, veicolo perfetto per la disinformazione, per la realtà romanzata e le tesi personali, perché per secoli ritenuto serio e attendibile frutto di ricerche dei pochissimi studiosi, si diffonde per la prima volta tra il popolo. E col diffondersi dei libri romanzeschi, soprattutto sui viaggi di Cristoforo Colombo, si diffuse anche la falsa credenza che gli Antichi prima delle esplorazioni moderne, specialmente nel “buio Medioevo, avessero considerato la Terra piatta. E' una favola anche che la Chiesa abbia ritenuto la Terra piatta, come hanno dimostrato le asserzioni sulla sua sfericità di S. Tommaso d'Aquino, il venerabile Beda, S. Isidoro ecc, e soprattutto le tante sfere terrestri rappresentanti il Mondo esistenti su cupole e chiese (perfino su quella di S.Pietro, a Roma) e statue o raffigurate negli affreschi di argomento religioso. La Chiesa ha condannato Galileo non per la sfericità della Terra, come pure si crede ancor oggi, ma per la sua teoria eliocentrica che vede la Terra girare attorno al sole. Nel suo libro L’invenzione della terra piatta, lo storico J. Russell la definisce una favola usata per denigrare le società antiche, specialmente medioevali, accusandole di arretratezza. Insomma, bufale dell'Ottocento contro l'Antichità.
      ESEMPI FAMOSI DI IERI E DI OGGI. Una famosa "bufala" creata dalla Chiesa Cristiana per giustificare l'origine dello Stato della Chiesa, cioè del curioso potere temporale non previsto dal Vangelo, fu la falsa "Donazione di Costantino". In tempi più recenti, l’invenzione della “razza ariana” è stata certamente una teoria senza fondamento, insomma una invenzione ma utile politicamente, in cui sono cascati anche alcuni studiosi. I famigerati “Protocolli dei savi Anziani di Sion”, finto documento creato a tavolino dalla polizia segreta dello Zar di Russia nel 1905, è diventato la base per la denigrazione e la persecuzione degli Ebrei, accusati di aver ideato “un piano per dominare il Mondo”, ed è ancor oggi diffuso negli ignorantissimi Paesi arabi.
      I regimi autoritari moderni, come quelli antichi, hanno fatto ricorso regolarmente alle invenzioni della disinformazione con notizie false che potessero deprimere gli avversari e galvanizzare i seguaci, come le falsità della propaganda di Goebbels (Germania nazista) e di Stalin e successori nell’URSS (disinformatija). Il massacro di migliaia di ufficiali polacchi, verissimo, ma attribuito dai sovietici ai nazisti (fosse di Katyn) si rivelò la classica disinformazione dolosa: una Commissione internazionale provò la responsabilità dell’URSS. Ma in tempo di guerra, e spesso anche di pace, i Servizi Segreti, le spie, gli eserciti e i Governi, anche democratici, hanno fatto ricorso alla notizie false per sviare i piani nemici.
      Esempi di bufale famose dei tempi più recenti sono le invenzioni sulla nascita dello Stato di Israele, propalata come successiva all' invasione di un inesistente "Stato della Palestina"; le cosiddette "scie chimiche" prodotte da aerei per manipolare il clima (mentre si tratta della ben nota condensazione acquea in cristalli di ghiaccio); il crollo delle Torri Gemelle di New York attribuito non ai terroristi islamici come è stato accertato, na a una macchinazione dello stesso Governo USA, i vaccini che creano autismo e altre malattie.
      Molte bufale sono state diffuse con intenti di beffa goliardica (le "Teste di Modigliani" a Livorno) e non per guadagno, ma la malizia essendo l'elemento psicologico determinante della bufala, sono da considerarsi bufale a tutti gli effetti. Anche perché, a ben vedere, il guadagno c'è sempre: notorietà, abilità mostrata ecc. E' il caso del falso bassorilievo di Modigliani pescato in un canale di Livorno anni fa.
      INTERNET E IL MITO DEL SEGRETO E DELLA "DIETROLOGIA". Le sciocchezze, i collegamenti arbitrari e fantasiosi, le spiegazioni pseudo-scientifiche o semplicistiche, le ipotesi descritte come realtà, le notizie totalmente inventate o parzialmente modificate ad arte, con malizia, spacciate magari per rivelazioni, anticipazioni o “dietrologia” necessaria a “scoprire la verità nascosta”, il "dietro le quinte" che il Potere vorrebbe celare, o per svelare presunti "segreti" che la scienza, i Governi, i personaggi famosi o i nostri avversari vorrebbero imporci per tenerci all’oscuro e dominarci (questo è il messaggio sottostante dell’ allarmismo e del “complottismo” che si nutre di bugie o inesattezze gravi), sono la parte peggiore della grande Torre di Babele che è internet, una nuova Biblioteca d’Alessandria in cui, però, a differenza che in quella vera, chiunque, senza esami, controlli né difficoltà di sorta, anche la persona più ignorante, può inserire scritti e immagini a suo piacimento. Altre volte la bufala è semplicemente una notizia vera, ma notizia vecchia, datata, non più attuale e superata. Attenti, perciò alla data dell'articolo e-o al suo ultimo aggiornamento: talvolta non è proprio presente né l'uno né l'altro.
      Il presente sito usa un doppio sistema di datazione: la data della prima scrittura è scritta in bianco sopra il titolo a sinistra (si evidenza col mouse), mentre la più importante data dell'ultimo aggiornamento è riportata in modo molto visibile, in maiuscolo e in rosso alla fine dell'articolo. Ma questa è una soluzione unica nel panorama web.
      RISCHI DI BUFALE NEI SITI "ANTI-BUFALE". Ma oggi, con internet, il rischio che i meno colti e critici, poco abituati a controllare, a consultare buoni libri e testi di scienza, possano prendere una notizia falsa per fondata è altissimo. Anche perché le cosiddette “bufale” possono essere anche accompagnate da premesse o notizie laterali vere e documentate, perfino con false bibliografie che, a controllarle, in realtà dicono cose un po' diverse. Anzi, questa è la norma per gli argomenti scientifici: da alcuni postulati veri e indiscutibili si traggono conclusioni o sintesi del tutto campate in aria. E in questi casi, perfino il laureato, lo specialista della materia, potrebbe cadere nell’errore e dare credito alla panzana.
       E ora che la "bufala" è di moda, sono sorti come funghi in funzione parassitaria e opportunistica anche articoli o guide o falsi siti-web anti-bufale (alcuni intitolati con loghi accattivanti proprio all'Anti-Bufale, e spesso dotati di molta pubblicità, il che è una prova del loro carattere commerciale). Attenzione, pericolo. Non pochi di questi siti sedicenti “anti-bufale” diffondono a loro volta vere e proprie “contro-bufale”, cioè bufale di segno opposto. Spesso considerano bufale le conoscenze scientifiche che non piacciono, le tesi politiche degli avversari che contestano; in alcuni casi prendono come "prova" dell'esistenza di una bufala nientemeno che la... smentita dell'interessato colpito dall'infondata indiscrezione; oppure si limitano a “liste di proscrizione”, meri e sbrigativi elenchi di siti-bufala del tutto arbitrari e senza fornire prove o esempi, mettendo nel mucchio siti squallidi e siti anche seri e veritieri, tanto per avere clic, cioè lettori, cioè pubblicità.
      Insomma, visto il discredito che accompagna i diffusori di panzane dopo che sono scoperti, molti faziosi o partigiani politici considerano e definiscono "bufale" tutto ciò che non gli piace o che non li trova d'accordo! Nell’Italia dei partigiani-nati (Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri ecc.) ogni avversario può essere accusato di diffondere dolosamente menzogne, in ogni campo, dal cibo alla medicina, dalla storia alla politica. La faziosità e la scarsa obiettività vedono "bufale" dappertutto. Purtroppo, è una tendenza anche questa, da cui bisogna guardarsi. Non c'è bufala peggiore della infondata rettifica anti-bufala, perché su giornali o siti web può trarre in inganno anche tecnici, esperti o scienziati distratti e frettolosi.
      Insomma, controllate: non fatevi ingannare dal titolo del sito! A loro volta alcuni di questi siti intitolati "anti-bufala" (sempre diffidare quando vi trovate davanti a un titolo del genere) sono siti mistificatori o per lo meno trasandati e sbrigativi al punto da essere molto insopportabilmente approssimativi e inesatti, insomma siti-bufala. In uno di questi siti sbrigativi, per esempio, abbiamo trovato elencato tra i siti-bufala un sito, forse il migliore, di previsioni meteo! Questo è già sufficiente a non dare alcun credito. In altre parole il confine tra siti-bufala e siti-anti-bufala è labile: tutti tendono al clic facile e quindi alla pubblicità, e se non corredati da esempi e prove non sono credibili. A maggior ragione se gli articoli sono meri elenchi.(p.es. le cosiddette liste nere di siti-spazzatura o siti-bufala o black-list).
      DISINFORMAZIONE POLITICA ED ECONOMICA. La scomparsa URSS era efficientissima nel creare o finanziare agenzie di stampa in molti Paesi che avevano il compito di "disinformare" (disinformatija") e di divulgare notizie favorevoli all'Unione Sovietica. Ancora oggi la Russia finanzia siti, anche in italiano, di presunta contro-informazione in politica estera ed economia. Molti Paesi Arabi e del Medio Oriente fanno lo stesso. I molti avversari dell'inesplicabile richiesta di ingresso della Turchia, Paese asiatico, nella Unione Europea hanno sospettato l'esistenza di agenzie stampa e lobby di contro-informazione per influenzare o ingannare partiti o uomini politici e portarli a patrocinare l'ingresso del Paese asiatico in Europa. Per ottenere questo le notizie sulla politica interna turca sono state mistificate. Altre bufale (economiche e finanziarie) ha prodotto il Governo in Grecia con le sue agenzie e addirittura falsificando i dati consuntivi del Servizio di Statistica per poter entrare nella Comunità Europea.
      BUFALE STORICHE-RELIGIOSE (O TURISTICHE?). Com’è noto sulla nascita e l’esistenza di Gesù non ci sono prove serie, essendo Vangeli e altri scritti di propaganda religiosa chiaramente scritti e manipolati dalla Chiesa in epoca successiva al I secolo. Avrebbe dovuto fare scalpore tra gli studiosi accademici, perciò, la ricostruzione fantasiosa e suggestiva dì un sito israeliano in apparenza seriosa (foto di fogli di papiro antichi e foto del presunto archivista, tale Perrucci, scopritore nella Biblioteca Vaticana ecc.), che annunciava la scoperta dell’unica testimonianza oculare di uno storico non cristiano, quindi obiettivo, come M.Velleio Patercolo, “casualmente testimone” di un miracolo, la resurrezione d’un bambino morto nell’allora Palestina romana (Israele), tale Joshua o Jesous de Nazarenus ecc., ha girato a lungo sul web e Facebook. Ma poi si è visto che la foto dell’archivista, citato per nome e cognome, si riferiva a un altro, e che il testo riprodotto, pur coevo, non c’entrava nulla. Pura illazione come ha fatto notare un sito evangelico (anch’esso bruttino, pubblicitario e propagandistico, tanto che lo abbiamo guardato con sospetto di bufala-anti-bufala). Ma è lo stesso articolo che si riabilita fornendo delle prove più serie: La bufala – dice – è stata messa in evidenza da Anthony Le Donne, professore di Nuovo Testamento presso United Theological Seminary e co-fondatore del dialogo ebraico-cristiano. Della medesima opinione è il sito cristiano della Nuova Zelandia redatto da professori e laureati citati nome per nome e con foto e curriculum, che ha rilevato come le immagini utilizzate da quest’articolo sono false. I “documenti” fotografati sono tavolette di legno scoperte a Vindolanda nel 1973 e non quelle ritrovate nell’archivio del Vaticano; mentre la foto del Perrucci sembrerebbe essere quella di Ken Klukowski. Anzi l’unico Perrucci che ha avuto a che fare col Vaticano è il gesuita Andrea Perrucci, che, senza farlo apposta –chiosa il sito evangelico – si occupava nel 700 di teatro religioso.
      I siti dedicati al "revisionismo" storico di regimi, monarchie o dittature del passato, magari bocciate dalla Storia, pullulano su Internet: da quelli nazisti a quelli filo-borbonici o a quelli che tentano di riabilitare lo Stato della Chiesa o l'Impero Austro-ungarico e la dominazione austriaca in Italia. Naturalmente con notizie parzialmente o totalmente false o interpretate in modo fazioso e fuori da ogni lettura storicistica (cioè senza rapportare i fatti storici ai loro tempi, ma riferendoli all'oggi), oppure con notizie e dati parziali scelti accuratamente. Famoso l'esempio della "prima ferrovia in Italia" costruita dai Borboni, la Napoli-Portici; mentre il Sud viveva senza strade, senza scuole, senza libertà, nella povertà e sotto il dominio assoluto di Re, Chiesa, briganti e caporioni locali, tanto che perfino le carceri erano affidate a questi ultimi. Ecco, la riabilitazione dei Borboni è la classica bufala storica, visto che a quel tempo perfino i nobili fuggivano da Napoli e Palermo e il re crudele e ignorante era definito dal popolo Re Bomba per aver cannoneggiato Messina e incarcerato i liberali..
      DISINFORMAZIONE ALIMENTARE, NUTRIZIONALE, MEDICA. Frequentissimi sono nell'editoria minore, cioè di editori piccoli o scandalistici, opuscoli e libri dalle copertine urlanti slogan facili, provocatori e popolari (del tipo: "Avvelenarsi con latte e latticini", "Guarire dal cancro col bicarbonato", "Quello che non vi hanno mai detto sui danni della vit.B12" ecc.). Si tratta sempre di bufale, anche se possono essere dotate di riferimenti veri a studi, magari studi non controllati o che non c'entrano nulla o che non hanno dimostrato esattamente quello che l'opuscolo sostiene).
      Caratteristico di questi siti-bufala è denunciare presunte bufale, o almeno tali secondo loro. Così, un propagandista vegan fanatico, p.es., definirà "bufala" l'esigenza stessa di un'adeguata presenza di vitamina B12 o altri nutrienti nella dieta; così come chiamerà bufala l'apporto di calcio da parte dei latticini, "provando" questa tesi con gli studi che hanno trovato (è vero) che l'eccesso di proteine in una dieta sottrae calcio dalle ossa. Ebbene lui andrà dicendo che non l'eccesso di proteine, ma le proteine stesse, peggio se animali, sottraggono calcio. Che non è vero. Le bufale pseudo-scientifiche, quindi, sono spesso una estensione arbitraria, una modifica semplificatrice e fantasiosa, sempre senza prove, della verità.
      Ma di solito le disinformazioni sono più elementari, e possono facilmente essere scoperte o prevenute con facili regole alla portata di tutti, come la selezione anche solo formale ed esteriore dei siti, opuscoli, libri e di qualsiasi fonte, arte che un qualsiasi laureato dovrebbe aver appreso per scrivere la tesi di laurea. Quand’ero adolescente, in campo di bufale alimentari, le più numerose, c’era solo il cervellotico limite della “frutta lontano dai pasti”. Bei tempi. Che gente rustica e ingenua che c’era fino agli anni 80! Ma oggi si va sul pesante: dal formaggio che fa venire il cancro, al boicottaggio dell’innocente olio di palma, sempre senza prove. Mentre probabilmente gli stessi boicottatori si riempiono impuniti di biscotti, burro, margarina, Nutella, Coca Cola e fritture in olio di oliva vecchio.
      Altra distinzione è tra una bufala totalmente falsa (caso più raro e meno grave, perché si scopre prima) e una - molto più insidiosa perché inganna anche alcuni esperti - parzialmente falsa, che parte da una notizia vera, ma poi la condisce di particolari, motivazioni, circostanze, cause e deduzioni del tutto false, oppure tace alcuni fatti determinanti. E' la categoria più pericolosa, perché il lettore anche colto ma frettoloso fa una breve ricerca e una volta scoperto che la notizia-madre è fondata abbandona la ricerca delle prove convinto della serietà dell'informazione. E no: invece si tratta della mistificazione più subdola ed efficace. Un esempio a caso verificatosi qualche anno fa. Come ammise il dottor Y. Hiss, i suoi collaboratori medici specializzati in trapianti negli anni 90 espiantavano in Israele cornee e altri organi dai cadaveri, non solo israeliani, ma anche palestinesi, senza aver prima chiesto il nulla osta alle famiglie. Scoperta la pratica scorretta l'opinione pubblica insorse e la cosa cessò. Ebbene, ancor oggi, vent'anni dopo, gira sul web la voce offensiva, propalata e ingigantita per motivi di propaganda politica araba, che i "perfidi Ebrei espiantano organi dai cadaveri dei Palestinesi". Ovviamente dopo averli uccisi! La bufala non dice, ovviamente tre cose fondamentali: che i cadaveri erano di varie nazionalità, non solo palestinesi, e che ci fu una adeguata reazione, in basa alla quale la pratica cessò 20 anni fa.
      Il controllo delle date è fondamentale, sia per le fonti, sia per l'articolo divulgativo che le riporta. Diffidare sempre di articoli non solo senza firma, ma anche senza data.
      VADEMECUM, SETTORE PER SETTORE. Da cacciatore professionale e pluridecennale di bufale e leggende metropolitane, ecco un mio facile vademecum che può aiutare a individuare le bufale prima di condividerle, evitando così di fare il gioco dei provocatori e seminatori di caos e disinformazione. Per approntare le cautele e i controlli necessari, conviene distinguere il tipo e il livello della notizia:
      1. NOTIZIE GIORNALISTICHE (Politica interna ed Estera, Economia, Cronaca e Costume, Giudiziaria ecc). Accertarsi che la notizia provenga da una Agenzia Giornalistica nota come seria (es. ANSA) o da un giornale a diffusione nazionale (Corriere della Sera, Le Monde, New York Times, The Guardian ecc.). E che il blog-sito riporti sempre il nome del giornale o agenzia, numero e autore. Cominciare a diffidare di agenzia mai sentite e giornali locali, ma diffidare anche delle edizioni online dei grandi giornali che spesso a cura di manovalanza giovanile mettono sul web notizie provvisorie, sbagliate o imprecise (addirittura con marchiani errori di italiano) che poi correggeranno in giornata e pubblicheranno (forse) su carta solo dopo averle verificate e corrette. Attenzione a questa dinamica! In questi casi attendere conferme o, meglio, darsi da fare in modo attivo per trovare conferme da altre fonti prestigiose e sicure. Ormai internet pullula di siti-bufala, spesso intestati a una società che ha sede all'estero (p.es. in Bulgaria) che si dedicano professionalmente alle notizie mistificatorie, deformate o del tutto false per occulti scopi di destabilizzazione politica (è quello che sarebbe avvenuto negli Stati Uniti a opera di hacker della Russia per favorire l'elezione di Trump, amico di Putin; ipotesi poi smentita e rivelatasi a sua volta dolosa: insomma una guerra di bufale contrapposte...) o economica, o per far soldi (i pubblicitari non badano troppo al contenuto: pagano un tanto a clic). Un'indagine istituzionale curata da P. Attivissimo e altri "cacciatori di bufale" per trovare chi aveva diffuso notizie false di politici arrestati e dichiarazioni false attribuite al Presidente del Consiglio ha scoperto numerosi siti di notizie fasulle che traevano in inganno i lettori frettolosi e superficiali con indirizzi URL, nomi e loghi accuratamente scelti - compresi apparenti refusi - per essere assonanti o ricordare siti o giornali veri e accreditati (p.es. Ilfattoquotidaino.com, Liberogiornale.com, News24europa.com, News24tg.com, Notiziea5stelle.com, Gazzettadellasera.com, ecc).
      2. SCIENZE E STUDI (Biologia, Medicina, Nutrizione, Dietologia, Tossicologia, Chimica, Fisica, Astronomia, Diritto, Politologia, Storia ecc). Non basta raccomandare i “siti seri”. Come fa un ignorante poco critico a capire se un sito è serio? Se fosse in grado di capirlo, allora vorrebbe dire che è super-intelligente e colto, ma allora non cadrà mai nelle bufale! No, il consiglio pratico al profano (ognuno di noi è profano in qualche campo) è un altro. Abbiamo visto sopra che anche un sito mediocre, citando fonti attendibili, è capace di diffidare di notizie-bomba del tutto fasulle, anche semplicemente notando la totale assenza di dibattito e risonanza tra gli esperti e gli addetti al lavori delle Università. Che è un indizio secondario fondamentale della presenza di balle pseudo-scientifiche o "scoperte" storiche o religiose o archeologiche o biologiche sensazionali. La data è fondamentale negli argomenti scientifici: diffidare sempre di articoli senza data: una scoperta degli anni 70 o 80, ma anche di anni più recenti, potrebbe poi essere stata smentita in seguito. Privilegiare gli articoli che hanno anche la data di aggiornamento, segno di controllo successivo e di adeguamento alle novità della ricerca, quindi di grande serietà.
      3. CITAZIONI, FRASI LETTERARIE E BIOGRAFIE. Moltissimi "detti celebri" o frasi celebri non sono stati detti o scritti da quel personaggio o in quella forma, ma creati successivamente per sintetizzare il suo pensiero. Per esempio, Voltaire non ha mai detto «Non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo», ma glielo ha fatto dire la sua biografa inglese Evelyn B.Hall, nel libro Gli Amici di Voltaire del 1906. Oppure sono stati effettivamente scritti o pronunciati da quel personaggio, ma ripresi da autori precedenti già noti ai suoi tempi. E' il caso, ad esempio, della cinica frase della regina Maria Antonietta di Francia «Se non hanno pane, mangino brioche», già nota fin dai tempi di Jean Jacques Rousseau (v. l'articolo di Magris che cita il cacciatore di citazioni fasulle A.Ausilio). Perciò, è buona norma essere molto diffidenti sulle citazioni, e controllare sempre proverbi, detti e frasi celebri consultando testi seri e dotati di fonti letterarie (in questo caso meglio i libri dei siti web, che spesso si copiano l'un l'altro).
      COME VERIFICARE RAPIDAMENTE: GLI INDIZI. Per verificare e controllare la veridicità di notizie, link, studi e citazioni, innanzitutto occorre dare una prima occhiata generale al blog o al sito. Intanto, per i blog individuali (che in media sono migliori dei siti collettivi), accertarsi dell'autore del blog o dell'articolo, che deve essere firmato. Non prendere in considerazione blog, siti o articoli anonimi. Poi guardare con attenzione ai dettagli della grafica. Se l'impaginazione è disordinata e non curata, se l'articolo è scritto male, con errori di italiano, soprattutto se ha pubblicità o troppa pubblicità, specialmente non adatta alla materia, scartare subito. Se ci sono pop-up, giochini, sciocchezzuole brillanti, articoletti brevissimi, barzellette, donnine, disegnini, curiosità una dopo l’altra, se il blog ha un logo misterioso o goliardico, se l'articolo ha titoli che sono tutti giochi di parole o troppo ridicoli ecc., scartare. Infatti, a nessuna persona seria verrebbe in mente di impiegare il proprio tempo prezioso per fare un sito o blog di notizie vere e provate corredato da una grafica infantile più adatta a chi “guarda” che a chi legge. I siti a basso livello sono fatti per essere guardati fuggevolmente, più che letti: a loro basta un clic, cioè un lettore in più per guadagnare più soldi in pubblicità.
      Fatta questa cernita iniziale che elimina gran parte dei siti e dei post su Facebook, dei pochi blog e siti rimanenti che appaiono “seri” anche per come si presentano graficamente (si noterà che hanno articoli molto più lunghi, talvolta dotati di schede o grafici e note), accertarsi che diano – di solito in nota, ma anche nel testo o n link – i “riferimenti”, gli studi, cioè le “prove” scientifiche di quello che dicono. Per smentire le bugie in materie di nutrizione, medicina o genericamente scientifiche, spesso ci vogliono molte righe e molte prove: ecco perché gli articoli seri sono vere e proprie monografie, piuttosto lunghe. Come, ad esempio, la mia monografia sull’olio di palma con cui distruggo in modo definitivo la bufala ricorrente che è diventata una vera e propria campagna di boicottaggio di questo olio, sia dal punto di vista nutrizionale ed epidemiologico, sia da quello ambientale.
      Le disinformazioni, infatti, possono essere involontarie (per ignoranza) o volute (per malizia), cioè create ad arte e-o orchestrate dall'alto. E dietro le disinformazioni volute ci sono fanatismo, propaganda ideologica, interessi di concorrenza, artistici, politici, pubblicitari, economici ecc. Per esempio, il militante islamico filo-terrorista che diffonde notizie e filmati falsi per propaganda; il religionario di qualsiasi confessione che scrive articoli mistificatori con l'intento di convertire i lettori; il vegan fanatico che propala la notizia, non vera, che il formaggio fa venire il cancro; il critico amico della cantante lirica che diffonde notizie false o ingigantite sulla cantante concorrente; oppure la lobby dei produttori concorrentidi olio di soia che finanzia una campagna di discredito contro l'olio di palma; i costruttori di auto asiatiche che danno il via a una campagna contro le "inquinanti" auto occidentali ecc. In questi casi, soprattutto quando la bufala diventa una campagna di stampa o di boicottaggio dell'acquisto, è sempre bene chiedersi: cui prodest, a chi giova? E spesso ci si indovina.
Bisogna poi diffidare di articoli, post e blog che per qualunque problema, magari complesso e gravissimo, offrono soluzioni rapide, banali o semplicistiche (p.es. il semplice bicarbonato iniettato da un famigerato sedicente "terapeuta" guaritore come anti-cancro). La scienza e anche l'alimentazione e la medicina, sono molto complesse, come complicata e fatta di innumerevoli collegamenti, derivazioni, eccezioni, aspetti e sfumature è ogni conoscenza. Perciò servono molti anni di studio intenso per studiare in modo appena sufficiente ogni disciplina. Le soluzioni semplici sono rarissime.
      LE PROVE E I RIFERIMENTI AGLI STUDI. Infine, un cenno sulle prove-regine dell'informazione seria e anti-bufala: i riferimenti agli studi. Questi devono obbligatoriamente riportare gli autori dello studio (che spesso sono tanti, e quindi può capitare di trovarli abbreviati citando solo il primo, seguito da “et al.”, cioè et alii, "e altri" in latino), il titolo dello studio quasi sempre in inglese (talvolta, se la citazione è nel testo, può mancare), il titolo, numero di fascicolo e numeri di pagine, il primo e l’ultimo, della rivista scientifica (questo invece non deve mancare mai). Esempio per una ricerca sulla Coca Cola (nomi inventati): Jonas L., Stemberg G, Alfonsi M. Cardiokinetic effects of Cola acuminata seed on humans. Toxicology and Food Chemistry 20, 3, 303-305. Insomma, le mitiche fonti “serie” di cui sempre si parla non sono blog e siti di per sé, ma sono i blog e i siti che a loro volta riportano le “fonti primarie”, cioè gli studi, con correttezza e precisione.
      LE ECCEZIONI: SITI PUBBLICITARI CHE DICONO IL VERO (E VICEVERSA). Ma, attenzione, ci sono anche le eccezioni a questa regola ferrea: siti che per grafica, pubblicità e nome appaiono poco affidabili, ma sono abbastanza seri, cioè partono da una verità. In questi casi vale la pena approfondire e indagare, valutando sempre caso per caso con molto senso critico. Un esempio vero che ci è capitato. Ci imbattiamo per caso in articolo web dal titolo “I credenti sono meno intelligenti degli atei: lo rivela uno studio”. Il sito è molto pubblicitario e dalla grafica caotica, simile a quella dei siti più ambigui, inaffidabili e scandalistici: Fanpage.it. “Infatti”, pensiamo, quando andiamo al link dello studio originale e ci accorgiamo che non funziona, è stato cancellato. Ahi, ahi. Si riferiva a una certa “Paula Barnes”, evidentemente una giornalista: gli studi scientifici raramente si linkano così. Era probabilmente un articolo divulgativo su qualche sito americano di cui è stato cambiato l’indirizzo. Hmm... brutto segno. Bufala ci cova, qualcuno avrebbe detto. Invece, no! Andiamo a cercare sul motore di ricerca scientifico di Google il titolo della ricerca e troviamo che effettivamente esiste uno studio scientifico con questo titolo, su una rivista di psicologia sperimentale, di tre studiosi: Zuckerman, Silberman e Hall, che hanno pubblicato il corposo studio (29 pag) su “Personality and Social Psychology Review” (nov. 2013, vol.17, fascicolo n.4, pagine 325-354. L’abstract è ben fatto e interessante, lo studio sembra serio. Quindi tutto bene. Ma quanti sospetti e ambiguità per la trasandatezza della presentazione sul sito web Fanpage! Chi ha scritto (e già è tanto che ci fosse il suo nome) non si era preoccupato di andare a cercare lo studio originale, ma si era fidato di un articolo sul web, che però è stato spostato o cancellato. Ecco i rischi di chi si fida dei link non seri. Insomma, l’aneddoto dimostra che anche siti che si presentano male e fanno pensare a bufale, talvolta, possono dire cose vere. Devono avere, però, almeno uno straccio di link, sia pure divulgativo, che permetta di controllare e andare alla ricerca dello studio originale, e devono essere scritti bene, in corretto italiano, e firmati. Altrimenti non l’avremmo neanche letto e non avremmo approfondito.
      BLOG PERSONALI O LIBRI. E poi, un altro punto, attenzione, non secondario: i blog personali di medici, scienziati o altri esperti, anche noti come "seri". Sono anch'essi a rischio e vanno valutati con senso critico preconcetto, a differenza di quelli collettivi e controllati delle Università o delle riviste scientifiche specializzate. E invece, in genere i lettori anche laureati ci cascano e li citano senza verifiche, fidandosi del nome, dominati dal rispetto e timore reverenziale per la persona nota, che in realtà vuole solo fare pubblicità a se stesso o alla propria "dieta" o al proprio "metodo". Errore. Perché la parola del medico o fisico o avvocato da sola non basta: anch'egli è un uomo soggetto a vizi e passioni. Quindi anche il blog personale di un famoso oncologo, botanico, chimico, d’un professore di medicina, di diritto o astrofisica, come tutti gli altri non sarà da prendersi sul serio se non riporterà a sua volta le fonti (meglio se più d’una e ovviamente delle riviste più accreditate e accettate dalla Comunità scientifica) di quello che dice. E sì, perché si è visto che anche i luminari, quando sono a casa loro, o in pensione, hanno l’abitudine di dire idee proprie, convinzioni, teorie personali, (frequente il caso del celebre medico che a fine carriera pubblica un libro con le proprie idee sulla medicina, la salute e la prevenzione), oppure concetti molto banali o generici. Tipico in televisione il celebre nutrizionista che rispondendo a una domanda complessa si limita a suggerire di "mangiare di tutto", senza entrare in particolari. Anche qui diffidare.
      Alcuni scienziati ed esperti, poi, hanno la tendenza a uscire dal proprio campo di specializzazione, di parlare di tutto, dicendo anche cose strane o molto discutibili, insomma di “pazziare”, come dicono a Napoli. Altri, invece, quando sono in pensione o anziani, diventano meno rigorosi e sono pronti ad accettare studi che non avrebbero condotto o accettato da giovani. Come il grande chimico T.Colin Campbell che dopo una carriera di successo, arrivato a 80 anni ha cominciato a collegare in modo arbitrario studi scientifici tra loro, a trarre deduzioni affrettate, a sparare “idee sue”, e non su un blog ma con un libro molto venduto (China Study). In uno dei suoi studi riferiti, avendo somministrato caseina ai topi ha dedotto che i formaggi (ricchissimi di acidi grassi, molti dei quali neutri o protettivi, e di minerali, non soltanto di caseina) fanno male all’Uomo, la cui civiltà è nata pastorale. Ma mai nessun uomo ha mai mangiato caseina!
      Più gravi ancora le inesattezze ripetute, le illogicità e le vere e proprie panzane dei libri di divulgazione o dei libri di "rivelazioni" di qualche segreto o scoperta scientifica inedita o "rilettura" storica, spesso editi da editori piccoli o sconosciuti o screditati, scritti da giornalisti non scientifici o istruttori di palestra, terapeuti alternativi, sedicenti "cultori locali", storici "anticonformisti", "esperti" di erbe o alimentazione o salute ecc. Perfino nei casi migliori e più fortunati nelle vendite (penso a un recente libro che ha rivalutato i Borboni e denigrato il Risorgimento), l'autore è incapace di districarsi criticamente tra i fatti e le prove, mettendo tutto sullo stesso piano, cose serie e poco serie, importanti e secondarie, tesi attendibili suffragate da molti studiosi e tesi balzane non accettate da nessuno studio serio.
      GIORNALI SATIRICI E UMORISTICI. Finte bufale, innocue perché riconoscibili, quindi non-bufale, sono quelle con finalità umoristiche dei giornali satirici (“Lercio”, “Il Male” ecc.) e in passato anche della radio, come l’invasione degli extra-terrestri annunciata in diretta da Orson Welles.
      RISCHI DI CENSURA, NORMALIZZAZIONE E AUTORITARISMO. Oggi è in atto una vera campagna di stampa e di contro-informazione finanziata da Governi, fornitori di servizi Internet , Organizzazioni internazionali politiche o scientifiche (p.es. OMS, alquanto screditata da quando si è vista una strana sua vicinanza alla Cina, anche sull'epidemia di Wuhan). La pandemia è sembrata un'occasione d'oro per mettere a tacere voci dissidenti. “Lasciate lavorare noi esperti ufficiali”, hanno detto alcuni. Dalle accuse di "notizie false" su epidemie, vaccini e sanità, è facile arrivare alla normalizzazione del pensiero, e non solo scientifico o sanitario, in altri campi, una volta neutralizzato lo spirito critico delle popolazioni. 
      Ma di che cosa si ha paura? Se le obiezioni o idee alternative sono sciocchezze – e talvolta lo sono, fatte proprie da incolti e sprovveduti, senza una minima prova seria – allora sarà facile smentirle. O forse non si è capaci di smentirle, o si è troppo pigri per impegnarsi a documentare, a portare le controprove, a dimostrare che la tale tesi, presunta "bufala", è falsa? Sarebbe grave. 
      Ma se invece si tratta di esperti, uomini di scienza e di studio che interpretano in modo diverso o fanno una sintesi diversa di migliaia di ricerche scientifiche in un campo, bisogna prestargli attenzione e rispetto, dialogare con loro in modo civile e provare a smentirli apertamente, prove alla mano, secondo il confronto delle idee tipico sia della Scienza, sia del Liberalismo.
La Scienza non è la fonte di Verità assolute, come la Religione, ma il luogo per eccellenza della continua scoperta, del procedimento “per prove ed errori”, dei nuovi studi che migliorano-completano-smentiscono quelli precedenti; insomma della dialettica, dello spirito critico, della discussione e del confronto con chiunque, esperti accademici e no, sulla base di ricerche, ragionamenti e prove. E d'altro canto ogni tesi, anche evidente, anche approvata da tutti, è valida solo pro tempore, solo se riesce a passare indenne attraverso le smentite e le tesi contrarie, finché non è a sua volta superata (per parafrasare Popper). 
Bisogna perciò distinguere almeno tra due tipi di pretesa "bufala" o fake news: 
      1. FATTILa tipica fandonia, bufala o fake-news è su un fatto; per esempio dire su YouTube o scrivere su un blog o su Facebook che il tal politico è indagato dalla Magistratura o che lo yogurt biologico previene il cancro; perché chiunque può immediatamente fare una ricerca facile e appurare la falsità o veridicità del fatto. Ecco perché "fact checking" è chiamato il doveroso controllo sul fatto e sull'affermazione che lo riguarda.
      2. OPINIONI. Diverso è il caso di questioni complesse che riguardano non un fatto, un evento, ma l'interpretazione di centinaia, migliaia di studi o di eventi, tanto più se toccano discipline diverse o se si cita qualche documento o prova. In questi casi non si può parlare di fake news, ma di diversa opinione, di originale interpretazione, di una diversa tesi. Che in futuro, potrebbero diventare le tesi approvate, dominanti.
      La STORIA del pensiero e della Scienza ha dimostrato migliaia di casi in cui le asserite “fandonie”, spesso punite dal Potere o accompagnate dal discredito generale degli esperti, si sono rivelate assolutamente vere e sono diventate a loro volta le tesi dominanti. Ancor oggi, gli attuali criteri aberranti con cui sono considerate “bufale” o “fake” le idee che non piacciono alla vulgata ufficiale di una Corporazione, un Partito, o un qualche Potere conservatore, metterebbero ancora sotto accusa Galileo  come ai tempi del cardinal Bellarmino, perché diffusore di fake news pericolose, cioè di una tesi non approvata, anzi, smentita dalla bibliografia ed eversiva rispetto al pensiero dominante che voleva la Terra immobile e il sole con l’intero firmamento rotante all’intorno. Non solo, ma docenti universitari, medici, chimici, ingegneri e scienziati vari hanno sostenuto ancora in tempi moderni (in alcuni casi fino a ieri) che patate e pomodori sono tossici; o che il telefono è inutile "perché non c’è penuria di fattorini"; che bisogna consumare vari etti di carne al giorno; che il fumo di tabacco non causa il tumore dei polmoni; che la margarina artificiale è più sana del burro; che l’ olio di semi (con tutto che è raffinato) è più protettivo di quello vergine d’oliva; che uovo e legumi devono essere consumati con molta prudenza, perché il primo ricco di colesterolo (confondendo il colesterolo alimentare con l’ipercolesterolemia che è una patologia) e i secondi indigesti e ricchi di sostanze anti-nutrienti (dimenticando che sono potenti anti-cancro e anti-diabete); che le fibre alimentari fanno male; che i cereali integrali sono una inutile fisima alla moda (“faddism” mi obiettò un famoso dietologo sull’Espresso), e così via. Oggi, grazie alla ricerca in continua evoluzione, chi si azzardasse ancora a “credere” nelle "verità scientifiche” ufficiali di ieri sarebbe bollato a sua volta come diffusore di bufale. Ancora oggi ai medici che inarcano il sopracciglio quando gli dico che non solo è possibile ma sano consumare un uovo al giorno, e mi accusano di diffondere bufale alternative, rispondo con l’invito a studiare ciò che non io, ma la Scienza ha dimostrato. 
      Evviva la libertà della Scienza e il confronto civile tra le idee, anche le più strane ed eterodosse, senza ricorrere all'arma disonesta di accusare un'idea dioversache abbia un minimo di plausibilità e attendibilità di essere una panzana diffusa ad arte, cioè una bufala!
IMMAGINE. La falsa "testa di Modigliani", attribuita all'artista livornese perfino da famosi critici d'arte, in realtà opera di alcuni studenti burloni di Livorno (1984). Può essere considerata la "bufala" perfetta. 2. Presunto cranio di gigante "trovato" sull'isola di Pitcaim (Nuova Zelanda) nel 1934.
AGGIORNATO IL 14 AGOSTO 2021

5 Comments:

Anonymous Mary the Red said...

Bellissimo e utile, complimenti.

27 settembre 2015 alle ore 18:22  
Anonymous Blogger Jack said...

Ne farò tesoro, grazie.

29 settembre 2015 alle ore 17:13  
Anonymous Pietro Meloni jr. said...

Bravo, sei unico!

9 gennaio 2016 alle ore 18:12  
Anonymous Davide P. said...

Ah, lo hai ancora migliorato! Complimenti: ora è davvero la voce più completa che ho mai letto sull'argomento. Bella la parte etimologica. E noi romani lo sappiamo da sempre che se uno "ja dato na bufala", al poveretto, in genere un amico, ha dato una fregatura, non solo una notizia falsa!...:-)

16 gennaio 2016 alle ore 23:25  
Blogger Nico Valerio said...

Mi scuso per la ripetizione che coinvolge la fine del I capoverso e l'inizio del II, e che a me stesso dà molto fastidio quando rileggo. Troverò il tempo per correggere: siate tolleranti...:-)

19 novembre 2018 alle ore 16:34  

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